martedì 27 ottobre 2009

Nuova sezione del Partito del Sud in Calabria!


Riceviamo da S.Giovanni in Fiore (CS) il seguente comunicato e lo postiamo con un cordiale benvenuto ai nostri fratelli Calabresi:

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24 OTTOBRE 2009


A San Giovanni in Fiore nasce il Partito del Sud Alleanza Meridionale http://www.partitodelsud.it/



La neonata forza politica condivide lo spirito della Risoluzione di Gaeta, presa il 17-18 ottobre 2009, promossa dal Partito del Sud, con l’Associazione Due Sicilie in Fiore, sottoscritta dai gruppi Insorgenza, Uniti per il territorio, Sud Indipendente, Sud Libero.

Determinazioni generali:

1. riaffermare con forza il bisogno di liberazione dalla permanente dipendenza post-unitaria del Sud, di riscatto dalla Questione Meridionale. Mobilitare le risorse sane che hanno a cuore la rinascita e l’indipendenza economica, politica, sociale, culturale e identitaria delle popolazioni dell’ex Regno delle Due Sicilie;
2. affermare la netta distinzione dei movimenti meridionalisti dai partiti e gruppi di potere che hanno reso il Sud colonia di Roma e del Nord. È esclusa ad ogni livello politico la vicinanza e la collaborazione con il sistema dei partiti nazionali;
3. promuovere la costituzione di un organismo unitario (Parlamento del Sud o altra forma di autogoverno) che coordini l’unità d'azione politica, culturale ed elettorale dei movimenti meridionalisti rappresentati.

Determinazioni specifiche a rilievo locale:
1. Il riscatto di questa parte del territorio meridionale passa attraverso la riconquista e la riconsegna ai cittadini del loro immenso demanio comunale, delle “terre pubbliche” usurpate, affinché le comproprietà possano essere gestite in maniera efficace dall’associazione degli utenti.

2. Alla riscossa della terra è legato il destino dello sfruttamento delle risorse naturali più preziose e la ricerca dell’equilibrio tra lo sviluppo umano e l’uso delle risorse: acqua potabile, irrigua, laghi ed energia idro-elettrica, boschi e attività connesse, terre agricole e da pascolo, sottosuolo e aria. Occorre salvaguardare l’acqua potabile dalla privatizzazione.

3. Alla questione della riconquista della terra è legato anche il destino dello sfruttamento del nudo suolo come deposito di rifiuti (discariche, cave interrate, stoccaggi e simili). Occorre salvaguardare e tutelare il nostro suolo dalla somalizzazione, la nostra salute dal male oscuro (tumori) figlio dello sversamento di rifiuti tossici e veleni di ogni genere.

4. Reintegrato il demanio comunale, ai cittadini spetterà il controllo della gestione del relativo territorio, utilizzazione, valorizzazione e destinazione delle sue risorse. Dello sfruttamento delle risorse energetiche deve beneficiare la cittadinanza comunale.

Il Partito del Sud a San Giovanni in Fiore raccoglie ogni contributo associativo. Organizza in questi mesi iniziative culturali volte a far conoscere la storia della nostra cultura e civiltà millenarie. Attraverso incontri, convegni, forum, discussioni, confronti, il Partito del Sud si farà promotore della ricostruzione della menzogna dell’unità d’Italia.


Il Sud deve riprendersi il mercato, diventato colonia di sfruttamento da parte del Nord. Il Grido di Dolore del Sud si è levato forte da Gaeta, ci vorrà pazienza e tempo, ma il Sud vincerà.

Partito del Sud, il coordinatore politico per la provincia di Cosenza
Geom. Gianpiero Tiano

venerdì 23 ottobre 2009

La verità dopo 150 anni come per i pellerossa



Posto questo bellissimo articolo della Gazzetta del Mezzogiorno che paragona la storia dei meridionali con quella degli indiani d'America...a loro solo recentemente è stata giustamente ridata dignità, a noi che aspettiamo da 150 anni, quando sarà fatto dal belpaese dei "fratelli d'Italia"?

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Il brigantaggio meridionale e la Guerra di secessione americana hanno un mucchio di punti in comune. Non soltanto perché si svolsero praticamente in contemporanea ma anche perché si trattò di due guerre fratricide. Secondo molti storici i paragoni, però, finiscono qui perché - a loro dire - in Italia non fu guerra civile. Secondo loro, chi combattè l’esercito dei Savoia non era mosso da «ideali patriottici». Su questo forse bisognerebbe ragionare più a fondo. Ma, volendo soprassedere, c’è un’altra guerra, pure coeva, che può essere di insegnamento per come è stata prima dimenticata e poi - finalmente - portata alla luce.

Stiamo parlando della «conquista del West». Pensiamo allora alle frotte di bambini che, per generazioni, hanno giocato a indiani e cow-boy. L’indice teso e il pollice alzato: «Pam! Pam!». Le regole, per lustri e lustri, sono state semplici: l’uomo bianco, il cow-boy, era il «buono»; il cattivo pellerossa finiva per terra. Fino a un pugno di anni fa a ripeterlo erano i nonni, ma anche il cinema (basta guardare i vecchi film con John Wayne), ed era scritto pure nei libri di scuola. È stato così per circa un secolo.

Uno dei più efferati massacri di indiani d’America risale proprio all’epoca del Brigantaggio, al 1864. Quell’anno, a Sand Creek, 133 Cheyenne e Arapaho furono barbaramente uccisi, i loro cadaveri mutilati (105 erano donne o bambini). A Sand Creek avrebbe dovuto morire il mito del cow-boy buono e dell’indiano cattivo. Non fu così. Nel corso dei decenni, storici, politici, giudici, artisti, si sono adoperati per fornire un’altra versione della guerra tra americani bianchi e americani pellerossa. Ma sono rimasti inascoltati dalle folle. Insomma, le menti migliori sapevano come erano andate le cose, ma per la gente comune non è facile gettare alle ortiche 100 anni di falsità. Ci vuole la chiave giusta, perché la «mappa mentale» collettiva non ama i dubbi. Preferisce fare «Pam! Pam!» e credere che l’uomo bianco è il «buono». Punto.

Poi, nel 1970, sono arrivati il film Soldato blu, diretto da Ralph Nelson e Il piccolo grande uomo, diretto da Arthur Penn e con uno strepitoso Dustin Hoffman. Nel 1981, la sensibilità magnifica di Fabrizio De Andrè regalò agli italiani la canzone Fiume Sand Creek. E, a corona, nel 1990, arrivò Balla coi lupi. I film e le canzoni arrivarono alla gente. Erano la «chiave giusta». Il loro messaggio era potente: gli indiani non sono i cattivi, i bianchi non sono i buoni, tutto è dannatamente più complicato. Sottotitolo: «Vi hanno presi in giro per cent'anni».

In un baleno, è cambiata la mappa mentale dell’opinione pubblica del globo, anche quella degli italiani. Qual è il senso? L'America ha dimostrato a se stessa (e al resto del mondo) di aver capito l’importanza della Storia, quella autentica, con le sue crudeltà. Gli americani si sono riappropriati del loro stesso passato. In conseguenza di ciò il Paese non si è spaccato, anzi. La verità è stata un balsamo. I bianchi sono guariti dal cancro dell’arroganza da «civilizzatori » e agli indiani e alle loro tradizioni e sapienze fu restituita dignità. Tutta la dolorosa epopea della conquista del West, oggi, fa parte integrante del patrimonio storico-culturale del popolo americano.

Sotto la presidenza di Bill Clinton, il Congresso degli Stati Uniti ha presentato le scuse ufficiali agli indiani per l’eccidio di Sand Creek. Per reciproca memoria, sul luogo della strage è stato eretto un monumento. In Italia, ogni benedetto libro di Storia adottato dalle scuole, racconta in modo critico la «Storia del West». I nostri ragazzi studiano cosa accadde nel 1864 dall’altra parte dell’Oceano. Conoscono i Sioux e il Generale Custer. Ma, spesso, non sanno cosa è successo quell’anno nel loro Paese, magari proprio nella loro città. Alle volte non trovano una parola, manco una, sulla guerra fratricida che si combattè nel Mezzogiorno. Non sanno «chi» erano i briganti, oppure sanno che erano unamanica di criminali depravati. Ai giovani meridionali stiamo insegnando che i loro avi erano i «cattivi», pur sapendo che tutto è dannatamente più complicato. (Mrs. Ing.)

da: La Gazzetta del Mezzogiorno http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDCategoria=2699&IDNotizia=276695

Aggiunta approvata alla Convention al manifesto politico...

Ad integrazione del precedente post, c'e' stata un'aggiunta al manifesto proposto dalla sezione romana alla recente Convention del Partito del Sud, proposta dagli amici lucani ed in particolare dal referente del PdSud per la Basilicata, Carmine Colacino, che e' stata approvata.

Eccola:

CI IMPEGNAMO A COSTRUIRE UN PROGRAMMA CHE REALIZZI QUESTI PRINCIPI, NEL RISPETTO DEI VALORI DELLA LAICITÀ, DELLA PACE, DELLA GIUSTIZIA E DELLA NONVIOLENZA.

Scusami Carmine per la dimenticanza...un abbraccio a te e ai briganti lucani!

mercoledì 21 ottobre 2009

Documento approvato alla Convention di Gaeta presentato dalla sezione romana del PdSud

Eccolo il manifesto, presentato dalla sezione romana del PdSud ed approvato alla Convention nazionale di Gaeta del 17-18 ottobre, per formare una confederazione di partiti meridionalisti con gli altri gruppi, movimenti, partiti e associazioni meridionaliste...e per formare, in un futuro non troppo lontano si spera, un unico grande Partito del Sud, in qualunque modo lo si voglia chiamare.

Una linea chiara e netta di non apparentamento con le forze partitocratiche tradizionali e la sottoscrizione di impegni precisi in ambito ambientale, storico e politico.

Speriamo di avere presto le prime adesioni dagli altri gruppi...

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MANIFESTO DEL PDSUD PER LA CONFEDERAZIONE CON ALTRI MOVIMENTI ED ASSOCIAZIONI



1. NOI MERIDIONALISTI DEL PDSUD, PROPOSITORI E FIRMATARI DEL PRESENTE MANIFESTO, SINGOLI CITTADINI E RAPPRESENTANTI DI COMITATI, ASSOCIAZIONI E GRUPPI POLITICI, CONSAPEVOLI CHE GLI ATTUALI PARTITI ITALIANI SONO RESPONSABILI DELLA GESTIONE FALLIMENTARE DELLA “COSA PUBBLICA” E DEL DEGRADO E SFRUTTAMENTO DEL SUD, CI IMPEGNAMO A CREARE UNA FORZA POLITICA MERIDIONALISTA UNITARIA E AUTONOMA, BASATA SU QUESTI 5 PUNTI IRRINUNCIABILI. UN’AGGREGAZIONE CHE DIFENDA L'IDENTITA' CULTURALE E GLI INTERESSI DI TUTTI I NAPOLITANI E SICILIANI OVUNQUE ESSI SI TROVINO E CHE A TAL FINE CONCORRERA' ALLE PROSSIME ELEZIONI OVUNQUE POSSIBILE, COMUNQUE SGANCIATA DALL' ATTUALE SISTEMA PARTITOCRATICO NAZIONALE.


2. SIAMO CONSAPEVOLI CHE IN QUESTO PAESE VIGE UN SISTEMA ELETTORALE CONTORTO E DISTORTO, CHE RENDE IMPOSSIBILE UN VERO E PARITARIO CONFRONTO TRA LE FORZE POLITICHE E SOCIALI, MA VOGLIAMO CREARE COMUNQUE UN’ALTERNATIVA PER QUEI MILIONI DI ELETTORI, NON SOLO MERIDIONALI, CHE SI ASTENGONO DAL VOTO O ANNULLANO LE SCHEDE E PER COLORO, SOPRATTUTTO TRA I MERIDIONALI, CHE, PUR VOTANDO, RIMANGONO SENZA ALCUNA RAPPRESENTANZA.


3. CI IMPEGNAMO A MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA DI OGNI PERSONA, A COMINCIARE DALL'ARIA CHE RESPIRA, DA COME VIENE CURATO, DA COME E QUANTO LAVORA, DA COME VIENE ISTRUITO, DA COSA MANGIA E COSA BEVE, DA COSA COMPRA E QUANTO SPENDE, NEL RISPETTO DI TUTTI GLI ESSERI VIVENTI E DELL’AMBIENTE.
E' PER NOI INDISPENSABILE PROPORRE ALTERNATIVE ALL'ATTUALE DISASTRO AMBIENTALE AL SUD E ALLA FALLIMENTARE RICETTA PER LO SVILUPPO PROPINATACI FINORA DAI GOVERNI DEL CENTRO-NORD, UNA RICETTA DI INCENERITORI, DISCARICHE E CENTRALI NUCLEARI CHE RAFFORZA IL NOSTRO DESTINO DI COLONIA E DISCARICA TERZOMONDISTA.


4. CI IMPEGNAMO A COSTRUIRE UN PROGRAMMA CHE REALIZZI QUESTI PRINCIPI, NEL RISPETTO DEI VALORI DELLA PACE, DELLA GIUSTIZIA E DELLA NONVIOLENZA, ATTRAVERSO L'ATTUAZIONE REALE DEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE, IL RISPETTO DELL’AMBIENTE INTESO COME TUTELA DELL’EQUILIBRIO TRA LA TERRA E LA BIODIVERSITA’, LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE LOCALE E LA LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E CONTRO LA CONNIVENZA TRA POLITICA E MAFIE.



5. CI IMPEGNAMO A DIFENDERE LA VERA STORIA DEL SUD D'ITALIA, PER IL PASSATO DAGLI SPLENDORI DELLA MAGNA GRECIA A QUELLI DEL REGNO DI NAPOLI E SICILIA, POI REGNO DELLE DUE SICILIE, ALLA FALLIMENTARE "UNITA' D’ITALIA” DEL 1861, E PER IL PRESENTE ED IL FUTURO, DIFENDENDO I MERIDIONALI DAI CONTINUI ATTACCHI MEDIATICI DEI MEDIA DI "REGIME", DALLA DISTORSIONE DI CIFRE ECONOMICHE E DALLA DIFFUSIONE DI STEREOTIPI SUI E CONTRO I MERIDIONALI.
CI IMPEGNAMO INOLTRE A RISTABILIRE LA VERITA' STORICA SUL COSIDETTO "RISORGIMENTO", IN ACCORDO CON TUTTI I MOVIMENTI MERIDIONALISTI E DUOSICILIANI, NAPOLITANI E SICILIANI, CHE VORRANNO, SENZA PROTAGONISMI E SMETTENDOLA CON LA LOTTA DEL "SIMBOLETTO", DEL MARCHIO DI "DURI E PURI" E LE ACCUSE DI "TRADIMENTO". SIAMO CONSAPEVOLI CHE LA CONOSCENZA DEL NOSTRO PASSATO E' UNA CONDIZIONE NECESSARIA, MA NON SUFFICIENTE, PER IL POPOLO MERIDIONALE PER RITROVARE L'ORGOGLIO E LA VOGLIA DI RISCATTO E PER COSTRUIRE UN FUTURO DIVERSO DI SVILUPPO SOSTENIBILE E DI GIUSTIZIA E LIBERTA'.

martedì 20 ottobre 2009

COMUNICATO STAMPA SUL CONVEGNO DI GAETA 17-18 OTTOBRE 2009

Il convegno di Gaeta è finito. Sabato, affollato da delegazioni venute da tutta Italia, si è svolta la lunga e interessante discussione politica con il confronto delle varie opinioni e l'analisi del momento politico particolarissimo che stiamo vivendo. Domenica mattina i gruppi Meridionalisti si son visti solo per firmare un documento programmatico d'intesa.
Oltre al Partito del Sud erano presenti: Sud Libero, Insorgenza, L'Altro Sud, Sud indipendente, Associazione Due Sicilie.
Sono arrivate adesioni da tutta Italia.
I movimenti in questione sono per un'alternativa sistemica ai partiti che hanno sconquassato il Sud in questi 150 anni di vita dello Stato cosiddetto unitario, contestatissimo dai presenti.
Questi ragazzi vogliono per il Sud autonomia completa, visto i risultati che i partiti di destra e di sinistra hanno regalato al Sud in questo periodo storico: milioni di morti in guerre che non ci appartenevano, emigrazione biblica che ancora oggi continua senza soluzione di continuità.

Vi sono stati interventi interessanti, come quello del Segretatio Nazionale Ciano che si è presentato dimissionario all'appuntamento ma acclamato ad alta voce dai presenti, acchè continui nella sua azione aggregativa delle varie espressioni del Sud, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige, passando per i paesi europei e americani dai quali sono arrivate attestazioni di stima;
Erasmo Vecchio, inventore dei "Comprasud" portatore di valori assoluti, Nando Dicè. Andrea Balia, Peppe Quaranta, Massimo Calabrese, Michele Iannelli, Gianpiero Tiano dalla Calabria, Alessandro Tornello Coordinatore Regionale del PdSud Sicilia, Linda Cottone dalla Sicilia, Vittoria Mariani e Carmine Iannaccone da Napoli, Carmine Colacino dalla Basilicata, Francesco Laricchia da Bari, Antonio Iannaccone da Mantova, Natale Cuccurese da Reggio Emilia, Enzo Riccio da Roma, Enrico Viciconte, Ferdinando Pannella e Giuseppe Lipari sempre da Roma, Giacomo Pontarelli dal Molise, Alessandro Romano dell'Associazione Culturale Neoborbonica, il Direttore della Rivista Due Sicilie nonchè Presidente della Nazionale di Calcio del Regno delle Due Sicilie Antonio Pagano, Pompeo De Chiara e tanti altri hanno dato vita ad un serrato confronto.
Dopo la lettura dei saluti inviati da Don Giuliano Lilli di Isernia, da John Napoli da New York e dal Professore Giuseppe Maiello da Praga non è mancato l'apporto del Sindaco di Gaeta Antonio Raimondi che ha dato ai presenti il Benvenuto ai convegnisti nella città martire del "Risorgimento".

Particolarmente significativo inoltre il saluto portato personalmente da Angelo Ferrillo promotore dell'Associazione "La Terra dei Fuochi" (www.laterradei fuochi.it) che ha portato la sua sconvolgente testimonianza al Convegno ed è stato lungamente applaudito.
Oltre al Comprasud, già nato a Catania, sono in germinazione società editrici, musicali, e forse in embrione compagnie assicurative, telefoniche e mediatiche.
Il Sud deve riprendersi il mercato, diventato colonia di sfruttamento da parte del Nord.
Il Gruppo Sella, piemontese Doc, ha fatto le Banche del Sud?
Il Mantovano Tremonti vuole rispondere con la Banca del Mezzogiorno?
Tutte del Nord, un'altra truffa.
I Partiti del Sud hanno detto in coro che se ne devono andare dal Sud. La colonia si sta ribellando. Colonia che ha ingrassato speculatori e mafiosi di tutti i tipi.
Il Grido di Dolore del Sud si è levato forte da Gaeta, ci vorrà pazienza e tempo, ma il Sud vincerà.
A Gaeta finì il Regno delle Due Sicilie e da Gaeta si sta incamminando il Sud verso la Libertà che gli è stata tolta dai piemontesi di ieri e dai lombardi di oggi che hanno accorpato tutta quella economia che dicono italiana, ma in realtà è solo Tosco padana.

A Gaeta si è deciso di andare da soli nelle elezioni di qualsiasi tipo, sia regionali che nazionali, ogni azione per il Sud è stata condivisa da chi, oggi, vuole presentarsi vergine all'appuntamento con la storia. I vari Movimenti nati nel Sud, amici e compari dei partiti che hanno dissanguato il meridione,non daranno nessuna spinta alla Questione Meridionale. Forse non hanno capito che i partiti confluiti a Gaeta detestano persino il Parlamento di Montecitorio, lì, si sono seduti i maggiori responsabili del massacro del Sud, sia umano che economico.
Nascerà a Napoli un Parlamento dove i Partiti e i Movimenti del Sud si daranno appuntamento per decidere, con governi ombra e provvisori, la strada da seguire, per dare ridare al Sud la dignità perduta da 148 anni.
La nostra Repubblica non può festeggiare i massacri subiti da una parte d'Italia.
In Francia, il 14 luglio di ogni anno si festeggia la repubblica e non la monarchia.
Chi non sa queste cose non può far parte di questo Stato repubblicano, nato sulle ceneri di casa Savoia e del fascismo, dell'Italia del risorgimento. Morirono un milione di meridionali nel 1861-1870, 87 mila partigiani nel 1943-45, tutti, indistintamente, contro casa Savoia.

Antonio Ciano
Coord. nazionale Partito del Sud

mercoledì 14 ottobre 2009

CONVENTION NAZIONALE PARTITO DEL SUD




SABATO 17 OTTOBRE 2009

ORE 10,30 - 13,30
Conferenza Organizzativa Partito del Sud

Ore 15,30 - 19,30
Stati generali dei meridionalisti

DOMENICA 18 OTTOBRE 2009

Ore 10,30 - 12,30
Posizionamento del soggetto politico unitario del Sud e strategia




COMUNICHIAMO INOLTRE CHE CON L'HOTEL SERAPO - Via Firenze, 1104024 Gaeta (Latina) 0771 450037 (GOOGLE MAPS) E' PREVISTA UNA CONVENZIONE, A PREZZI RIDOTTI, IN OCCASIONE DEL CONVEGNO PER CHI AVESSE NECESSITA' DI PERNOTTAMENTO.

UGUALMENTE CONVENZIONATO IL RISTORANTE TRATTORIA PIZZERIA "LA LAMPARA DA VITO", POCO DISTANTE DALL'HOTEL. (GOOGLE MAPS)

martedì 13 ottobre 2009

lunedì 12 ottobre 2009

La Poli Bortone, Donnici... e la sindrome del portaborse...



Giovedì scorso ho assistito alla conferenza stampa della sen. Adriana Poli Bortone a Roma e devo dire che non sono rimasto particolarmente entusiasta, anche se la mia posizione personale andrà ovviamente verificata con quella degli altri amici del PdSud al prossimo congresso nazionale del 17 e 18 a Gaeta.
Anche se ci sono state alcune proposte interessanti, come quella delle "gabbie fiscali" come alternativa alle "gabbie salariali", l'aria che si respirava non era certo quella di una rivoluzione meridionale ma si tratta di un meridionalismo molto molto moderato senza l'ombra di una critica al "sistema Italia", che pure e' la base della nostra colonizzazione da circa 150 anni. Un momento di gelo è sceso quando poi la Poli Bortone ha accennato alla sua entrata nel gruppo misto con UDC, SVP e Autonomie.
In sala c'erano pure personaggi improbabili, come il presidente di un fantomatico movimento meridionale (che ha un simbolo con le freccie tricolori!!!) e che spera in una qualsiasi operazione di "visibilità", mi confessa senza pudore "magari pure cu' Berlusconi!". Ovviamente inutile aggiungere che certi compagni di strada meglio perderli...
Mi sono guardato intorno, e ho cercato un cenno di intesa con un noto architetto napoletano leader di un movimento a noi amico che sta pensando ad alleanze elettorali con quest'aggregazione, sospirando "Ma nuje ccà che c'azzeccamm'???"
Io credo " 'O Rest' 'e niente" , come recita il titolo di un bellissimo romanzo di Enzo Striano...soprattutto perchè è ambigua la collocazione politica di quest'aggregazione, si parla di soggetto "autonomo" ma poi in tante occasioni si apre a possibili alleanze con UDC o MPA o chi capiterà, e poi ancora una volta non mi sembra un'operazione che nasce dal "basso" ma principalmente dal patto tra due politici noti (Poli Bortone e Donnici) che sicuramente hanno il merito di abbandonare i loro vecchi partiti, ma mi sembrano ancora molto distanti, nei metodi e nelle intenzioni di programma, da quella società civile meridionale che lotta contro degrado ambientale, mafie-partiti, corruzione etc etc....
Quindi detto che personalmente non voglio unirmi subito al carro dei "portaborse" che vedo che già si sta affollando, se e' l'unica alternativa seria per il meridionalismo di oggi, e, in mancanza di altro meglio curare il febbrone con un'aspirina che con niente, lo vedremo a Gaeta e decideremo insieme, per il bene del Sud...abbiamo aspettato quasi 150 anni, la nostra lotta non finirà certo con le prossime elezioni regionali.

Enzo Riccio
PARTITO DEL SUD - sez. "Lucio Barone" Roma

venerdì 9 ottobre 2009

SABATO 10 OTTOBRE ORE 17 CONVEGNO PER UNA DIVERSA SANITA' NEL LAZIO

INTRODUCE:
MICHELE TAMBORRA, Lista Civica del Laboratorio Politico

INTERVENGONO:

Dottor MICHELE IANNELLI, Medico Specialista in Psicologia Clinica, Psicoterapeuta, Omeopata Omotossicologo, Floriterapeuta
“Salutogenesi, prevenzione e terapie naturali per una nuova politica sanitaria.”

Dottoressa ANGELA ALLEGRETTA Medico Specialista in Neurologia, Omeopata omotossicologa.
“Esperienze cliniche di utilizzo di terapie integrate in riabilitazione”

DIBATTITO

ROMA - Sala Bacciarini del Complesso Parrocchiale San Giuseppe Via Bovio 44
(Metrò A Fermata Cipro- Musei vaticani)

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Il Partito del Sud di Roma partecipa a quest'evento e al Laboratorio Politico, nato per la definizione di una lista civica per le prossime elezioni regionali nel Lazio che sia indipendente dai partiti tradizionali e che proponga idee diverse e di buon senso, per il bene dei cittadini e non delle solite lobbies e clientele politico-mafiose.

giovedì 1 ottobre 2009

Cara 'Ndragheta ti scrivo...

Pubblichiamo, dal sito www.ciroma.org, la lettera disperata, ironica e provocatoria, di un calabrese che oramai rassegnato dall'immobilismo delle "istituzioni" di questo belpaese, confida nelle capacità della 'Ndrangheta...

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CARA 'NDRANGHETA

Una lettera aperta di Claudio Dionesalvi alla mafia calabrese sulle navi radioattive e sui rifiuti tossici affondati a largo delle coste meridionali. Un commento sui veleni che minacciano i mari calabresi e che rischiano di venire insabbiati un'altra volta, nelle coscienze e nella rassegnazione dei cittadini.

di: Claudio Dionesalvi per Carta

Cara ‘ndrangheta, cercavo un interlocutore serio nella società «civile». Non l’ho trovato. Allora ho deciso di indirizzare direttamente a te questa lettera aperta, perché tanto non servirebbe a niente scrivere ai politici calabresi o alle istituzioni dello Stato. Tu perlomeno sei un’entità concreta. Loro, invece, sono soltanto una comoda e vorace finzione che si agita nella mente di tantissimi elettori. Come saprai, da qualche mese i mezzi d’informazione sostengono che la Calabria negli ultimi decenni sarebbe stata vittima di un attacco nucleare. Mi riferisco alla famigerata inchiesta sulle «navi a perdere». Che strano! Il ministero della Difesa non si è ancora mobilitato. «Porta a porta» non ha dedicato una sola puntata a questa terrificante storia che, se fosse confermata in tutti i suoi dettagli, rappresenterebbe la pagina di storia d’Italia più oscura dalla nascita della Repubblica. Chissà come si sarebbero comportati i mezzi d’informazione e il governo se questi presunti ritrovamenti di scorie tossiche o radioattive fossero avvenuti davanti le coste della Toscana?! Anzitutto, una precisazione. Io non c’entro nulla con una certa «sinistra» che da sempre è convinta di poter risolvere i problemi del mondo a suon di manette, ma poi grida al complotto quando è lei stessa a finire nei guai giudiziari. Provengo da una sinistra che ha pagato prezzi altissimi per mano dei magistrati italiani. Ecco perché rimango garantista, e quando un pentito lancia accuse, non credo ad una sola delle sue parole, almeno fino a quando non si trovano riscontri oggettivi, «al di là di ogni ragionevole sospetto». Detto questo, cara ‘ndrangheta, vorrei capire come sia possibile che tu abbia potuto nascondere tonnellate di rifiuti nocivi nel «giardino» di casa tua. Mi sembra un controsenso. Un tempo, forse, eri «onorata» società. Pare che tu avessi addirittura codici e regole. Ormai è risaputo che esisti e trascini dietro di te tanti giovani per un motivo solo: mangiare! Cioè, curare i tuoi interessi. Quindi niente valori! Nessun principio. Però stupida non lo sei mai stata. Scusa ‘ndrangheta, la questione è la seguente: da anni si dice che avresti aiutato criminali senza scrupoli ad affondare navi tossiche e radioattive nei mari calabresi. Adesso se ne sono accorti persino i procuratori della Repubblica e le redazioni dei grossi giornali italiani. Domanda: chi te l’ha fatta fare? Perché il problema è che pure tu ed i tuoi figli vivete qui, cara ‘ndrangheta. Quindi, mangiate quel pesce e fate il bagno in quei mari, gli stessi in cui ci bagniamo noi poveri fessi. Però, a causa della radioattività, pure tu ed i tuoi sacri figli morirete di cancro. Quindi non «mangerete» più. E anche se non vi ammalaste voi, comunque potrebbe capitare ai figli dei vostri figli, perché certe sostanze liberate nell’ambiente, avvelenano la natura per sempre. Tu sai bene che i morti morti non hanno potere, ma i morti viventi sì. Per loro, almeno, la sofferenza è un fatto di convenienza. Lo hanno capito i tuoi boss che negli ultimi trent’anni sono diventati kamikaze: accettano in silenzio di vegetare per tutto il resto della loro vita in carcere, sotto tortura, in regime di 41 bis, pur di consentire a mogli, figli e nipoti di sopravvivere fuori. Sì, più o meno come quelli che si imbottiscono di tritolo e saltano in aria, in Iran ed in Afghanistan: scelgono di morire, in cambio dei soldi che le organizzazioni mandanti degli attentati elargiranno ai loro familiari dopo che avranno compiuto la missione assegnata. Ogni sacrificio comporta un beneficio. Ma sul Tirreno cosentino mi pare che i benefici siano scarsi e troppo alto è il sacrificio! È vero: non sei solo tu, cara ‘ndrangheta, a seguire la strategia del silenzio e della sofferenza. In Calabria, è comportamento quasi unanime. Sempre a proposito di Jolly Rosso, Cunsky e navi dei veleni… lo sapevano tutti! Ne erano consapevoli uomini operanti nelle Capitanerie di porto, nei tribunali, nelle amministrazioni comunali; persino tanti semplici appassionati del mare che nell’attraversare in barca il tratto antistante Cetraro, vedevano impazzire gli strumenti di bordo. Però quasi tutti tacevano. Perché s’è tentato di tenere in equilibrio omertà e spirito di sopravvivenza: «mettiamo a tacere tutto, altrimenti i turisti scappano, qui non viene più nessuno a villeggiare». Insomma, meglio morire di cancro che di fame! È la medesima mentalità ottusa che abbiamo ereditato dalle generazioni che ci hanno preceduto. Gente che ancora si ostina a sbraitare: «Ai miei tempi…». Sono gli stessi «cittadini onesti» che, in nome delle proprie eterne abitudini, rifiutano qualsiasi cambiamento positivo. Sono quelli che pur di non fare la raccolta differenziata dei rifiuti, lanciano la spazzatura dal finestrino della propria automobile in corsa. Quelli che la scorsa estate si lamentavano perché il mare è sporco, ma in cambio della pagnotta continuano a mandare certa gentaglia a governarci. Quelli che nel loro piccolo non fanno niente per costruire un’altra Calabria. Esimia ‘ndrangheta, tu meglio di me sai che dalla società «civile» non arriverà alcun cambiamento perché è troppo schiava di quei politici che oggi hanno la faccia tosta di scrivere interrogazioni parlamentari sulle navi radioattive, pur essendo loro stessi artefici di questa palude chiamata Calabria. Ma la frittata è fatta. Se anche quelle navi affondate risultassero cariche di patate fritte e se sotto il fiume Olivo gli esperti trovassero tracce di una spedizione extraterrestre, ormai il mondo sa che la Calabria è radioattiva. Smentire la notizia non servirà a nulla. Chiuderanno alberghi, lidi e ristoranti. Le nostre coste diventeranno un deserto. Dunque, cara ‘ndrangheta, troviamo un accordo. Tu che possiedi potenti mezzi, dacci una mano. Facciamo tutti insieme una bella colletta, noleggiamo noi una nave specializzata, assumiamo scienziati ed esperti e cerchiamo di ripulire mari e fiumi dai rifiuti tossici e radioattivi o da qualsiasi cosa sia stata gettata lì sotto. Ma facciamolo subito, perché se aspettiamo i tempi dei tribunali e degli enti locali calabresi, moriremo tutti di cancro. E con noi moriranno pure la nostra terra e i tuoi figli. O no?

Quei "galantuomini" del Nord....e quei ragazzi di Casale...





La recente intervista a Saviano evidenzia due tipi di problemi...il primo è il razzismo del Nord, mai celato in circa 150 anni di colonizzazione subita dal Sud e voluta dal Nord, un razzismo che si racchiude nelle frasi di molti intervistati nel primo filmato, al di là delle manifestazioni retoriche sugli "eroi" di ritorno da Kabul in bare tricolorate...finiti i funerali di Stato e il momento di commozione, eccoli molti "galantuomini" che pensano che "quei meridionali non sono eroi ma se la sono andati a cercare..." , "o fanno i camorristi o vanno nell'esercito ed erano lì per soldi...", "io che lavoro e mi faccio il mazzo invece..."
Invece di pensare all'ingiustizia del paese dei "fratelli d'Italia" che costringe una parte del popolo meridionale a scegliere, come unica alternativa possibile e rispettabile rispetto alla camorra o alla mafia o alla 'ndrangheta, una carriera nell'esercito, si pensa che "lì così deve andare" quasi per un nostro deficit antropologico.
Un po' la stessa cosa che pensavano gli ufficiali piemontesi giunti a reprimere "il brigantaggio", la stessa idea di tanti "galantuomini" ai tempi dell'Unità d'Italia e ancora oggi la scelta di molti meridionali non e' molto diversa da quella postunitaria di "briganti o emigranti".
E' ovvio che non tutti al Nord la pensano così, ma una buona percentuale oramai non solo lo pensa ma lo esprime senza nemmeno vergognarsene...ed e' la base di una certa politica leghista che vorrebbe accentuare le politiche di colonizzazione al Sud del belpaese con le solite motivazioni "lombrosiane" e per i soliti interessi del capitalismo padano. Ma questa e' una guerra aperta che il Partito del Sud combatterà senza esclusioni di colpi...almeno questa e' una guerra dichiarata al contrario di quello che avvenne nel 1860-1861.

L'altro problema, per me ancora piu' inquietante perchè ce l'abbiamo in casa, sono le dichiarazioni di alcuni ragazzi di Casale...a prescindere dal giudizio artistico sui suoi libri o personale sulla simpatia che si puo' avere dello scrittore e del personaggio Roberto Saviano, e' assurdo pensare che il problema di Casal di Principe non e' la Camorra ma e' Roberto Saviano! Ma state delirando?
E' ovvio, anche qui, che non tutti gli abitanti di Casale e soprattutto non tutti i meridionali la pensano così, ma questo non può farci tralasciare il problema dei meridionali che pensano che la camorra o la mafia non esiste ed e' tutta un'invenzione dei giornali e degli scrittori, di quelli che pensano che tutto sommato meglio la camorra dei clan campani che quella di altri poteri nazionali e internazionali...e' arrivato il momento per ogni movimento meridionalista serio, come il PdSud vuole essere, di combattere anche queste idee e questi atteggiamenti per sconfiggere questo cancro della nostra terra su due versanti: quello dello sviluppo della nostra terra da un lato e quello della falsa e melliflua propaganda dall'altro, propaganda sia delle mafie che tendono a screditare e ridicolizzare chi le accusa e sia quella dello stato risorgimentale italiano che tende ad associare Campania con Camorra come fatto con l'equazione Sicilia = Mafia....a "loro" fa comodo oggi come faceva comodo ieri, non bisogna lasciarci nessuna speranza di uscire dalla schiavitù e colonizzazione da parte di uno stato mafioso e padano.