giovedì 30 settembre 2010

Chi e' Beppe De Santis...nuovo segretario politico del Partito del Sud



Beppe De Santis

Nato a Palata (CB) il 19/05/1952, è residente a Palermo dal 1989, sposato e con una figlia.
Studi di Giurisprudenza all’Università la Sapienza di Roma. Specializzato in diritto del lavoro e diritto amministrativo.
Tra i massimi animatori dei movimenti giovanili negli anni settanta, prima in Abruzzo e in Molise e poi a Roma. Giornalista militante nella metà degli anni settanta a Roma, coordinatore delle Leghe dei disoccupati Cgil-Cisl-Uil (1977-78) e Dirigente sindacale a Roma dal 1979 al 1988 ed in Sicilia dal 1989 al 1995. Segretario del centro studi Cripes di Roma tra il 1980 e il 1985. Redattore, con F. Giovannini, M. De Meo, F. Clementi, A.M. Guadagni della rivista di cultura e critica “Metamorfosi” negli anni ottanta.
Coordinatore scientifico della Libera Università della Politica di padre Ennio Pintacuda (1994-97). E’ questa una fase di intensa lotta civile contro la mafia, a Palermo e in Sicilia. De Santis è impegnato in prima linea, tanto da dover essere posto e tutelato sotto scorta per un lungo periodo.
Impegnato da sempre nei percorsi di rinnovamento delle forme dell’agire politico, nel 1996 contribuì all’esperienza pioneristica di “Noi Siciliani” (ca. 100.000 voti), con, tra gli altri, Andrea Piraino ed Erasmo Vecchio; umile seme profetico dei movimenti autonomi regionalisti vigorosamente affermatisi in Europa dal 1990 ad oggi e - si auspica - in grado di decollare presto e bene in Sicilia, nel Mezzogiorno ed in Italia. Tramite questa esperienza De Santis entra in rapporto con Antonio Ciano, con il quale matura una intensa ed ininterrotta relazione di amicizia, culturale e di militanza neomeridionalistica.
Membro della Commissione Regionale per l’Impiego (1999-2001), Presidente di Medea, tra i piú noti e prestigiosi centro studi e di promozione dello sviluppo locale in Sicilia e nel Mezzogiorno (dal 1998 ad oggi), dotato di un originale ed efficiente sistema informativo sulle politiche comunitarie.
Animatore e coordinatore – con Alessandro Ficile. Olindo Terrana, Tino Cutugno, Aurelio Bruno , Sebastiano Di Mauro, Turi Zinna, Puccio Dolce , Antonio Rotelli, Andrea Ferrarella e altri generosi esperti-dei PIT (progetti integrati territoriali) siciliani, nella fase di promozione e progettazione (1999-2001). e dell’intero movimento siciliano per lo sviluppo locale.
Consulente esperto delle politiche comunitarie del governo regionale sicilano, di province, agenzie di sviluppo locale e comuni dal 1998 ad oggi, anche nel ruolo di dirigente esterno della Regione Siciliana, nei vari governi succedutisi nel tempo, da quello di centro-sinistra di Angelo Capodicasa del 1999-2000 a quello attuale.
Nel corso della sua lunga e poliedrica attività di studioso, di tecnico e di attore sociale e politico, De Santis ha pubblicato oltre 30 tra saggi e volumi di carattere politico, economico e sociale, il cui filo conduttore è il rapporto tra mondi vitali della società civile e sistema politico , tra movimenti e partiti, tra innovazione e potere. Il filo rosso di questa attività è la questione meridionale e la progettazione di un nuovo meridionalismo federalista unitario.
Tra i volumi più recenti: “Autonomia è ambiente” di Rossana Interlandi a cura di De Santis ( 2007), “La Sicilia siamo noi. Memorie, percorsi, progetti e sfide della Sicilia redimibile del XXI secolo” (2008), “La Sicilia ai giovani siciliani” (2008),”La programmazione comunitaria 2007-2013. L’ultimo treno del sud e della Sicilia” (2008).
Dal 31 agosto 2005 è membro del comitato di sorveglianza del POR (programma operativo regionale 2000-2006) Sicilia, e, del PO 2007-2013, in rappresentanza dell’URPS (Unione regionale delle province siciliane).
Dall’agosto 2006 è Capo della Segreteria tecnica dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente. Dal luglio 2008 al febbraio 2009 è Capo della Segreteria tecnica della Presidenza della Regione Siciliana - dalla quale si dimette- e poi Esperto della presidenza alla programmazione comunitaria e strategica. Dagli inizi del 2010 è tra i promotori del Movimento autonomo degli agricoltori siciliani e meridionali “Terra è Vita” e portavoce del movimento stesso.
Dal 2005 al 2007 svolge un ruolo di primo piano nell’animazione culturale e programmatica del Movimento per l’Autonomia,da esserne considerato l’ideologo. Dal 2008, a seguito dell’aggravarsi del rapporto Nord-Sud d’Italia e dell’emergere dei difetti strategici ed operativi dell’MPA, De Santis ritiene esaurita la fase propulsiva del ciclo lombardiano in Sicilia e rivolge la propria attenzione e il proprio impegno alla promozione di un movimento neomeridionalista popolare e di massa, il cui baricentro di rilancio è individuato nel percorso del Partito del Sud di Ciano. Il 25 settembre 2010 viene eletto nuovo segretario politico del Partito del Sud dal congresso nazionale a Napoli.

mercoledì 29 settembre 2010

Il solito film dell'emergenza rifiuti...

Ancora una volta va in onda il solito film sull'emergenza...ed una protesta civile contro l'apertura di una nuova discarica, a Terzigno vicino Napoli, viene strumentalizzata dai media che ovviamente danno la colpa ai cittadini e non ad una cattiva gestione del ciclo dei rifiuti in Campania (e non solo in Campania...).
Quando si capirà che la ricetta di discariche ed inceneritori non e' la soluzione???
Quando si capirà che la vera risposta e' una gestione virtuosa che diminuisce i rifiuti all'origine, massimizza la separazione degli stessi ed il loro riutilizzo con una raccolta differenziata spinta???
Ma non avevano detto che l'emergenza era finita, il problema era risolto ed il "nuovo termovalorizzatore" di Acerra era la soluzione ideale e definitiva???
Invece il cancrovalorizzatore di Acerra non funziona, e' un impianto vecchio già in partenza; inoltre un inceneritore non e' MAI una soluzione definitiva al problema, perche' il 30% di quello che viene messo a bruciare diventa cenere e quindi "rifiuto speciale" da smaltire in discariche speciali e le discariche, cme purtroppo stiamo imparando sempre meglio in Campania, non hanno capacità infinita....questo per non parlare degli effetti nocivi degli inceneritori sul territorio circostante per particelle e nanoparticelle emesse a seguito della combustione, anche se tutto il processo fosse in regola (e non lo e' quasi mai in Italia...).
NON SONO I CITTADINI A DOOVERSI VERGOGNARE, MA LE ISTITUZIONI LOCALI E NAZIONALI...VERGOGNATEVI!!! NON DEVONO ESSERE I CITTADINI CHE PROTESTANO PACIFICAMENTE A SUBIRE LE MANGANELLATE!!!
NOI SOSTENIAMO LA LOTTA DEI CITTADINI DI TERZIGNO!!!

martedì 28 settembre 2010

COMUNICATO PARTITO DEL SUD: BEPPE DE SANTIS E' IL NUOVO SEGRETARIO POLITICO E ANTONIO CIANO PRESIDENTE ONORARIO



In data 25 settembre 2010 a partire dalle ore 10 a Napoli, presso l’Hotel Majestic in Largo Vasto a Chiaia 66/68, si è svolto il Congresso Nazionale 2010 del Partito del Sud.
La mattinata è stata riservata agli iscritti, che riuniti in assemblea, hanno eletto il nuovo segretario politico Beppe De Santis ed il segretario uscente, Antonio Ciano, Presidente Onorario.
L’assemblea si chiude con un lungo applauso per entrambi, un applauso che esprime fiducia ed un fortissimo “in bocca al lupo” al nuovo segretario ed un commosso ringraziamento ad Antonio Ciano per tutto quello che ha fatto, e siamo sicuri continuerà a fare da inossidabile “brigante”, con il nostro movimento per il riscatto del nostro amato Sud.
Crediamo che il cambio alla guida del nostro movimento sia un forte segnale di rinnovamento, specialmente in un mondo meridionalista che spesso tende a frammentarsi in piccoli gruppetti sempre con gli stessi leader per anni e lustri, leader che litigano continuamente tra di loro per i motivi più futili dimostrando personalismi più o meno accentuati.

Con l’aiuto di nuovi ingressi siciliani, sia singoli che movimenti come “Movimento Sud dei Diritti” che aderiscono al Partito del Sud, crediamo sia arrivato il momento di una svolta di crescita e organizzativa per un nuovo e più grande Partito del Sud, un nome che appartiene solo a noi che l’abbiamo registrato e diffidiamo chiunque dall’utilizzo improprio.
Questo nuovo partito deve essere secondo le parole del nuovo segretario Beppe De Santis, “un nuovo grande partito, democratico e popolare, che non rinuncia al suo meridionalismo “identitario” ma, lontanissimo da un approccio meramente “nostalgico”, vuole essere un moderno partito neo-federalista che dovrà difendere in primis gli interessi e l’economia dei meridionali, a cominciare dagli agricoltori, dagli artigiani e PMI meridionali. Per noi inizia un nuovo percorso di crescita per il radicamento sui territori e per rappresentare un’alternativa credibile per il popolo meridionale allo sfascio della partitocrazia italiana di destra, centro e sinistra e alla deriva nordista in atto nel nostro paese. La prossima tappa di questo percorso sarà a Palermo il 12, 13 e 14 novembre per gli “Stati Generali del Sud”.
Nel pomeriggio il Partito del Sud ha poi aperto le porte del Congresso agli ospiti esterni, incontrando altri movimenti ed associazioni, annunciando le sue novità organizzative e dichiarandosi pronto a partecipare ed a guidare un fronte meridionalista per le prossime sfide politiche che ci attendono. Infine siamo disponibili a confrontarci con tutti alla ricerca di possibili convergenze e alleanze strategiche, sempre con l’unico obiettivo del riscatto del Sud e della “rivoluzione meridionale”, quella rivoluzione pacifica e democratica auspicata da uno dei grandi meridionalisti del passato come Guido Dorso.

Napoli, 25 settembre 2010

F.to

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale

Beppe De Santis
Presidente Coord. Nazionale

Antonio Ciano
Presidente Onorario

giovedì 23 settembre 2010

LETTERA DI SAVIANO AL MATTINO: GIANCARLO SIANI COLPITO DAI CLAN PER IL SUO TALENTO




Ricevo e posto la lettera di Saviano pubblicata su "Il Mattino", a 25 anni dalla morte di Giancarlo...per non dimenticare, perchè la sua voglia di far bene il proprio mestiere, la sua voglia di verità e di giustizia, soprattutto il suo coraggio sia quello di tutti noi napoletani e di tutti i meridionali.

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NAPOLI (22 settembre) - Caro direttore, ricordare Giancarlo Siani a 25 anni dalla sua morte è per me ricordare un uomo che è stato ammazzato perché aveva talento. Perché capiva e analizzava meglio di altri. Perché faceva bene ciò che aveva deciso di fare. È il solo modo per commemorare il suo sacrificio e ricordare la sua vita. È l’occasione per comprendere il suo modo di concepire il giornalismo e su quanto chi è venuto dopo, debba essergli grato. Il primo premio della mia vita portava il nome di Giancarlo Siani.

Era un premio in sua memoria e mi fu dato proprio nella redazione del Mattino. Erano presenti il fratello Paolo, Geppino Fiorenza di Libera Campania e le firme del Mattino impegnate sul fronte della cronaca giudiziaria. Non dimenticherò quel giorno. Per me rappresentò un onore raro. Forse fu proprio in quell'occasione, pensando a Siani e alla sua vita, che ragionai per la prima volta su quanto fosse importante riscattare la parola "onore" e sottrarla al monopolio delle cosche, che l'hanno fatta diventare sinonimo del loro odioso codice criminale.

L'onore, quello vero, è ciò che ti fa andare avanti a prescindere dalle conseguenze, in virtù di un fortissimo senso di giustizia. Esiste indipendentemente da cosa sei costretto a fare, da cosa ti dicono. Onore è il sentire violata la propria dignità umana dinanzi a un'ingiustizia grave, è il seguire dei comportamenti indipendentemente dai vantaggi e dagli svantaggi, è agire per difendere ciò che merita di essere difeso. E io l'onore l'ho imparato qui a Sud anche grazie a Giancarlo Siani.

Molto si è raccontato negli anni in cui in pochi fortemente ricordavano la sua memoria. Il primo bel lavoro cinematografico su Siani è «E io ti seguo» di Maurizio Fiume, che nel 2003 ripercorreva il suo percorso umano e la sua professione innescata dalla passione del vero. Ma prima che la sua memoria divenisse patrimonio nazionale, per anni si sono dette e ascoltate le più losche insinuazioni. In ogni ambiente sociale e professionale napoletano. I dubbi, il solito vociare delegittimante.

Ma il dolore di chi conosceva e amava Giancarlo Siani, dinanzi ai sospetti, dinanzi al «com'è possibile che ’nu guaglione mette paura ai clan, chissà che schifezze aveva fatto», al «chissà cosa c'è dietro», non è mai rimasto muto, ha sempre urlato la sua indignazione e difeso la memoria. E se Giancarlo Siani oggi viene ricordato come merita è soprattutto grazie a questo dolore, alla sua famiglia, agli amici, ai colleghi che più di tutti ne hanno difeso il ricordo e il lavoro, in un Paese dove si è sempre colpevoli fino a prova contraria anche quando non si siede al banco degli imputati.

E poi le indagini, che dieci anni dopo la sua esecuzione hanno confermato le ipotesi iniziali, non sono riuscite a porre un argine alla solita bile, quella degli addetti ai lavori le cui parole d'ordine, che come ricorda benissimo il libro «L'abusivo» - vero gioiello letterario su Giancarlo Siani - erano: «Io ho scritto cose ben più pericolose, a me non è mai successo niente».

Come se persino la morte facesse invidia. È terribile, ma ahimè è così. La sua morte era avvertita come un merito. E si apre, com'è naturale che sia, la caccia al movente: bisognava trovare per forza qualcosa oltre i suoi articoli, oltre il suo lavoro, oltre le sue inchieste. Qualcosa che è sempre stata a portata di mano. L'abbiamo da 25 anni sotto gli occhi ma in molti hanno preferito non vederla.

Quel che ha portato Siani alla morte è il talento. Fu ucciso per quello che scriveva, una conclusione atroce, nella sua atroce semplicità. Questo giovane corrispondete riusciva nei ristretti spazi che gli venivano concessi a ricostruire gli scenari di camorra, gli equilibri di potere, evitando di arenarsi sul mero dato di cronaca.

Giancarlo Siani formulava nuove ipotesi attraverso elementi che scovava sul campo. Il suo era un giornalismo fondato sull'analisi della camorra come fenomenologia di potere e non come fenomeno criminale. Fare congetture, formulare ipotesi, divenivano nei suoi articoli strumenti per comprendere le articolazioni tra camorra, imprenditoria e politica. Non basta occuparsi di un argomento per riuscire ad arrivare al cuore delle questioni o mettere in crisi i poteri criminali.

Tanti ne scrivono, pochi riescono. Siani era uno dei pochi. A condannarlo a morte furono quelle 4000 battute pubblicate sul Mattino il 10 giugno del 1985, in cui avanzava l'ipotesi che l'arresto di Valentino Gionta fosse il prezzo pagato dai Nuvoletta per evitare una guerra con il clan di Bardellino. A condannarlo a morte furono le ricerche che stava facendo sulla ricostruzione del dopo terremoto, il grande business degli appalti che aveva rimpinguato le tasche di dirigenti politici, imprenditori e soprattutto camorristi.

Già questo basta a individuare il movente e a capire il perché di tanto livore, in una terra in cui o sei da questa o dall'altra parte della barricata. Ed ecco perché ogni qual volta si ricorda un caduto - questa è la parola da usare per gli assassinati dalle organizzazioni criminali - c'è anche il solito fastidioso coro di persone che non riesce a trattenere il proprio risentimento, che diffama i caduti o li strumentalizza per infangare i vivi.

Meccanismo semplice, è un modo per non sentirsi in difetto e colpevoli, come dire: queste persone non sono migliori, sono schifosi mascherati. E così vai a dormire più sereno. Mi piace pensare che Giancarlo Siani non sia solo ricordato perché ucciso. Ma ucciso perché molto, troppo vivo. E ricordare Giancarlo Siani oggi, significa ricordare la vittoria della memoria sulla diffamazione e l'insulto, sull'inciucio e la calunnia generata dalla pancia della città che ama considerare tutto sempre distante da sé.

Ricordare Siani significa comprendere come un uomo, soltanto facendo bene il proprio mestiere, abbia potuto spaventare e mettere in crisi un'organizzazione potentissima. E comprende anche come la solitudine possa condannare due volte, prima a morte, poi alla diffamazione. Ma il ricordo, caro direttore, di Giancarlo Siani è il ricordo della parte migliore del nostro Sud e non perché è caduto ma perché ha creduto nel fare, nell'agire.

Giancarlo è andato avanti, a prescindere dalle conseguenze e non si è arreso. E come lui non si sono arrese le persone che gli erano vicine. Oggi ricordarlo non significa solo fare memoria ma avere dentro di sé speranza e motivo che il coraggio e la forza del suo talento possano ancora illuminare e trasformare il nostro Sud che mai come in questo momento sembra attraversare una lunghissima e buia notte.

Roberto Saviano

Fonte: Il Mattino

martedì 21 settembre 2010

Mercogliano capitale del Sud per due giorni...




Ricevo e posto quest'articolo, con invito a tutti gli iscritti ed ai simpatizzanti in zona ad intervenire numerosi, sia al dibattito con Pino Aprile sia alla partita della Nazionale Due Sicilie, unica squadra del Sud riconosciuta dalla NF Board.


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Mercogliano “capitale del Sud” per due giorni


Doppia manifestazione all’insegna della storia, della cultura e dello sport dell’ex Regno delle Due Sicilie e del Sud.

Mercoledì 22 settembre ore 18.00, Sala “I Santi”, viale S. Modestino 4 (Mercogliano) presentazione del libro di Pino Aprile “Terroni” con interventi dell’autore, di Vincenzo Gulì, Guglielmo Di Grezia e di Carmine Colacino.

Giovedì 23 settembre, ore 16.00, Centro Sportivo Mercogliano (V. Nazionale) Trofeo del Mediterraneo con la Nazionale di Calcio delle Due Sicilie e la Nazionale di Gozo, due rappresentative di calcio dei Popoli senza Nazione.

Nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Italia unita, in un momento politico articolato e delicato, di fronte alle prossime sfide federalistiche e con un Sud sempre meno rappresentato e difeso, è sempre più necessario ricostruire la verità storica sul cosiddetto “Risorgimento” e su questioni meridionali tuttora drammatiche e irrisolte.

Il best-seller “Terroni (tutto quello che è stato fatto perché gli Italiani del Sud diventassero meridionali)” ha superato, ormai, a soli 6 mesi dalla sua pubblicazione, le venti ristampe: un libro-verità sulla storia dell’unificazione italiana con un’analisi spesso cruda ma oggettiva del passato remoto e anche prossimo dei rapporti Nord-Sud e una serie di prospettive sul futuro dell’Italia…

La Nazionale di Calcio delle Due Sicilie è reduce dalla partecipazione ai mondiali di calcio di Malta dei Popoli senza Nazione vinta dalla Nazionale della Padania: inno nazionale di Giovanni Paisiello e colori borbonici sulle maglie, è momento di aggregazione giovanile e segnale di ricerca di orgoglio…

Intervista ad Angelo Ferrillo de "La terra dei fuochi"




Angelo Ferrillo, un cittadino napoletano da tempo impegnato attivamente su questi temi e lasciato troppo isolato nella fondamentale battaglia contro i roghi tossici. Tutti dovremmo aiutarlo e ringraziarlo per il lavoro e l’impegno quotidiano che svolge con l'Associazione "La Terra dei Fuochi". Noi del Partito del Sud continueremo a parlarne, contineremo a dare spazio ad Angelo ed alla sua coraggiosa associazione e cercheremo di aiutarli nei limiti delle nostre possibilità...per questo diffondiamo quest'articolo con questa bella intervista ad Angelo fatta da "Napolipuntoacapo"

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Premessa introduttiva

" Vi ringrazio dell’intervista e mi complimento per l’interesse sull’avvelenamento dell’aria che sento di condividere appieno. In qualità di ideatore del sito web www.laterradeifuochi.it, denuncio un fenomeno tra i maggiori imputati per l’inquinamento dell’aria, tuttavia non ben conosciuto dall'opinione pubblica e per questo non adeguatamente percepito: i roghi tossici di rifiuti speciali e non.
Tali roghi avvengono continuamente sia per lo smaltimento che per il riciclo illegale di materiali, le cui conseguenze per la salute pubblica si aggiungono e sommano a quelle dell’inquinamento convenzionale, ma sono di gran lunga più pericolose. A Napoli e nella provincia di Caserta, si bruciano sistematicamente materiali classificabili come rifiuti speciali, pericolosi, tossici e nocivi. Senza alcun controllo da parte di chi ne sarebbe preposto per legge. Tutto ciò è un dato di fatto gravissimo ed incontrovertibile e più volte denunciato. Grazie al sito web ho organizzato un’attività di monitoraggio ambientale resa possibile per mezzo di numerose testimonianze e segnalazioni di oltre 16.000 cittadini, anche attraverso Facebook. Questa attività è la dimostrazione che con i social network oltre allo svago si possono realizzare progetti seri e di interesse pubblico."
(Angelo Ferrillo)

Passiamo alla "chiacchiARIAta". ...

1. A Napoli si vive due anni di meno rispetto alle altre città Italiane; infatti in Italia mediamente gli uomini vivono 78 anni (a Napoli 76), le donne 84 (a Napoli 82). La principale motivazione per tale differenza, secondo la maggioranza di esperti, è collegata all’aria che respiriamo. Questo gravissimo dato, a Suo avviso dovrebbe determinare una priorità per le Istituzioni locali? E perché le Istituzioni locali non “sentono” tale priorità?

Per legge, il sindaco in primis e le amministrazioni locali, sono i principali responsabili della salute pubblica. L’inquinamento dell’aria non viene adeguatamente affrontato in modo corretto, nonostante sia oggetto di numerose delibere e ordinanze sindacali. Il perché dovreste chiederlo a chi ci governa. Sarcasticamente verrebbe da pensare, se di fatto le Istituzioni ignorano fenomeni inquinanti ben più pericolosi (vedi i roghi tossici di rifiuti), figuriamoci un “banale” inquinamento urbano. Siamo all’ennesimo paradosso, a Napoli abbiamo la Ztl più grande d’Europa (117 km2) e alla fine la situazione dell’aria risulta la più compromessa. Chissà come mai... (A. Ferrillo)

2. Perché la maggioranza dei cittadini napoletani è passiva rispetto alla situazione dell’ARIA avvelenata a Napoli? E’ un modo per rimuovere il problema o è la dimostrazione assoluta dello scarsissimo senso civico medio dei napoletani?


A mio avviso uno dei motivi principali è la mancanza di corretta informazione, i cittadini non sono consapevoli dei rischi che corrono. Una corretta informazione è alla base del senso civico, ma senza ipocrisia bisogna anche riconoscere che al sud il senso civico si abbassa. Qui, però, bisogna stare attenti ai malintesi, non ricorrendo a facili pregiudizi e luoghi comuni. Di solito, la scarsità di senso civico è legata al reddito e alle condizioni di degrado in cui la cittadinanza è abbandonata dalle Istituzioni centrali, che di fatto purtroppo non favoriscono comportamenti e circuiti virtuosi.
La mia conclusione è che se a Napoli funzionassero l’essenziale e l’ordinario, il nostro popolo risponderebbe nel migliore dei modi. Invece, per questo e per altri motivi accade spesso il contrario.


3. Le tematiche ambientali sono quasi totalmente lasciate a movimenti radicali che molto spesso, per l’estremismo delle loro posizioni,diventano inefficaci e marginalizzati. Cosa ne pensa di questi movimenti. Si dovrebbe saldare l’azione tra questi movimenti estremi e i cittadini moderati su tematiche quali le condizioni dell’ARIA?

Senza dubbio ci sono movimenti definiti “estremisti” che per posizioni ideologiche non contribuiscono alla risoluzione dei problemi. Però, stando alla realtà dei fatti, al giorno d’oggi, anche la politica ufficiale può essere considerata tale. Tanto è vero che alcuni esponenti risultano essere completamente avulsi dalla realtà e dai bisogni concreti della gente, al punto da sembrare al pari di quei movimenti le cui posizioni vengono considerate puramente ideologiche e impraticabili.
Per quanto mi riguarda, non credo di essere su posizioni estreme, tuttavia sono categorico per quanto riguarda le scelte di normale buon senso. Infatti, sono per il no alla costruzione di nuovi inceneritori, e un no alle centrali nucleari. Tecnologicamente c’è di molto meglio, l’Italia ha bisogno di energie da fonti rinnovabili e sviluppo eco-sostenibile.

4. Associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati, rettori sembrano non interessarsi a questo problema. Non ritiene che anche per loro dovrebbe divenire un obiettivo primario per le conseguenze che determina dal punto di vista etico, sociale, economico, sanitario?
E’ vero. Anche qui, il problema è ancora una volta di natura politica. Sovente queste “organizzazioni” vivono il condizionamento della politica e dei partiti che dai tempi della questione morale hanno occupato ogni spazio della società civile, provocando una mancanza di libertà e di scelta. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, gli interessi particolari vengono anteposti a quelli della comunità, sottovalutando tutte le conseguenze che ne derivano.

5. Conosce chi è l’assessore all’ambiente al Comune di Napoli? Come valuta il suo comportamento di chiusura su questo argomento, avendo rifiutato per oltre due anni un confronto specifico con numerose associazioni civiche sull’inquinamento dell’ARIA napoletana e avendo non preso in assoluta considerazione proposte di merito e di metodo che gli sono state consegnate? Ritiene più grave la responsabilità ambientale o la responsabilità civica in questo caso?

All'assessore Gennaro Nasti anche noi di “La Terra dei Fuochi” abbiamo più volte inviato esposti, informative e denunce, tuttora senza alcun riscontro. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di passare alle querele, denunciandolo insieme al sindaco, in quanto per legge sono responsabili della salute dei residenti. A Napoli abbiamo registrato il record negativo d’Italia e d’Europa per la qualità dell’aria. Preso atto della reticenza verso la cittadinanza, adesso, attendiamo che l’assessore risponda direttamente alla magistratura. In qualità di assessore all’ambiente, fatto il bilancio di questi anni, esaminata la gestione fallimentare del suo mandato posso dire che di peggio non poteva capitarci. Anche se tardivo, l’unico atto coerente che Nasti potrebbe ancora fare è rassegnare le dimissioni e andare a casa.

6. Lei sa che i fondi europei non hanno prodotto alcun aumento di “ricchezza” nella nostra Regione. Sa che la prima “denuncia” è la polverizzazione di queste risorse. Sarebbe d’accordo a destinare oltre la metà di questi fondi a un progetto “ambientale” soprattutto finalizzato all’ARIA che respiriamo e all’ACQUA del Golfo di Napoli?

Conosco lo scandalo dei fondi europei, ahimè, spendiamo poco e male. Per questo vale la pena ricordare ai lettori che al nostro paese nel periodo 2007-2013 sono state assegnate risorse pari a oltre 59 miliardi di euro, di cui quasi 44 per le regioni del sud. Di questi contributi in media ne sono stati utilizzati una percentuale insignificante rispetto alle esigenze, circa il 12%. Sono pienamente d’accordo su una migliore gestione, soprattutto finalizzata in progetti ambientali e di sviluppo eco-sostenibile. Risulta evidente che la nostra Regione ha lasciato in Europa un mucchio di risorse inutilizzate. Inoltre i “pochi” fondi presi sono stati sperperati o peggio letteralmente rubati alla collettività, poiché destinati a progetti a dir poco ridicoli e di dubbio interesse pubblico. E’ sufficiente seguire la cronaca per capire che in Campania siamo pieni di “cattedrali nel deserto” e quando la magistratura arriva è quasi sempre troppo tardi.

7. Mi dica velocemente un problema maggiore di questo dell’ARIA che a suo avviso merita priorità.

La questione dei roghi tossici da noi affrontata è di priorità assoluta, non solo per la qualità dell’aria, ma soprattutto per l’inquinamento delle falde e della catena alimentare dei napoletani e della Campania intera.Invito i vostri lettori a vedere cosa accade ogni santo giorno ad appena 5 km dal centro storico del capoluogo più grande del meridione. Sulla nostra pagina Facebook possono constatare con i propri occhi le continue testimonianze e decine di segnalazioni con foto e video. La combustione dei rifiuti speciali nelle periferie e nei comuni immediatamente confinanti con la città è di estrema gravità e ciò incrementa le polveri in sospensione, insieme ad altri inquinanti nemmeno presi in considerazione dall’Arpac. I rischi potenziali a cui siamo sottoposti sono enormi e i danni incalcolabili. Stiamo attendendo da troppi anni, è impossibile andare avanti così! (http://www.facebook.com/LaTerraDeiFuochi)

8. A Suo avviso le Istituzioni locali che hanno determinato una situazione di controlli inefficaci, di mancanza di un piano d’intervento, di chiusura verso i cittadini che volevano dare un contributo per affrontare il problema sono perseguibili penalmente per disastro ambientale? E pensa che dovrebbero rispondere in qualche modo per tali comportamenti?

Come già risposto nella quinta domanda, non adempiendo ai loro compiti, per cui sono obbligati dalla legge, le amministrazioni si rendono responsabili di gravi omissioni e sono perseguibili non solo penalmente, ma anche nelle sedi civili. Per l’articolo 40 del codice penale, chi ha l’obbligo giuridico di intervenire per impedire un evento, se non interviene è come se lo cagionasse.In uno Stato di diritto è giusto che i danni cagionati da una cattiva amministrazione debbano essere valutati e risarciti. Per questo, in merito alle iniziative e alle problematiche affrontate tramite il sito web “www.laterradeifuochi.it” è partita un’azione di gruppo mediante la quale i cittadini querelano le Istituzioni inadempienti e sottopongono il loro operato al vaglio delle autorità inquirenti. Per adesso siamo fermi alle responsabilità penali, ma a breve inizieremo la raccolta firme per avviare procedimenti anche in sede civile. Nel nostro caso i cittadini chiederanno conto dei disagi e delle continue esalazioni dovute ai numerosi incendi e all’inefficienza del servizio di gestione dei rifiuti.

9. Lei sa che il Comune di Napoli qualche anno fa aderì all’elenco delle 400 città europee che si impegnarono a ridurre l’inquinamento cittadino a valori ancora più bassi di quelli stabiliti nel protocollo 20/20/20? Conosce qualche iniziativa fatta dal Comune di Napoli per rispettare questo intendimento?

Apprendo da voi questa notizia e non conosco alcuna iniziativa fatta in tal senso. Ricordo l’ordinanza emanata appena qualche anno fa proprio dal sindaco Iervolino e dall’assessore Nasti inerente al “divieto di fumo nei parchi pubblici”. Se da un lato poteva sembrare un provvedimento d’avanguardia, considerata la situazione attuale è evidente che è stata l’ennesima barzelletta e pagliacciata politica, figuriamoci il protocollo del 20/20/20! Con rispetto parlando per qualche rara eccezione, sia al Comune che in Regione, la classe dirigente che ci ritroviamo è pessima. I personaggi protagonisti della scena politica degli ultimi anni hanno dimostrato di essere maestri di propaganda, retorica e demagogia.

10. Secondo lei i principali giornali locali danno sufficiente e giusto spazio al problema ARIA? Potrebbero fare di più per coinvolgere maggiormente i cittadini e pressare le Istituzioni?

I media calcano troppo gli interessi dell’agenda politica di turno e di conseguenza si dimostrano anch’essi lontani da quelli della gente comune. Nell’informazione ufficiale si percepisce una sorta di filtro. Le notizie arrivano edulcorate e non contribuiscono a formare una massa critica consapevole, necessaria per i cambiamenti di cui la società ha bisogno. Certamente i media possono e devono fare di più.

11. Lei preferirebbe che le poche risorse disponibili per Napoli fossero investite nel Forum delle Culture oppure in un progetto, portato a termine, che doti la città di un sistema ramificato di colonnine elettriche per far decollare l’utilizzo delle auto elettriche che non inquinano e il porto di Napoli di banchine attrezzate che consentirebbero di abbattere i fumi delle navi,principale fattore di inquinamento urbano dell’aria?

Il Forum delle Culture è senza dubbio un’opportunità per la città di Napoli, sarebbe stupido negarlo, ma già vedo che si sta trasformando nella vetrina pubblicitaria asservita alla solita politica e di propaganda per le future elezioni comunali. Nel proposito, fa bene il presidente Caldoro a non volere incarichi per chi si candiderà. A Napoli, così com’è, la politica è diventata una barzelletta. L’unica speranza è in un profondo rinnovamento.
La nostra classe dirigente ha dimostrato di non saper gestire la normalità, figuriamoci gli eventi straordinari come questo. Se ragioniamo in tal senso, queste risorse potrebbero essere destinate per altri progetti di interesse pratico. Ad esempio a cosa serve organizzare un Forum come opportunità di rilancio e al contempo avere ancora strade dissestate, cassonetti traboccanti e colonne di fumo nero dovute a roghi tossici di rifiuti speciali che stagliandosi nel cielo danno il benvenuto alle delegazioni internazionali? Immagino uno spettacolo a dir poco pietoso. E’ tutto così ridicolo che se non fosse reale verrebbe da pensare di essere nel Truman Show.

12. Pensa sia giusto organizzare la manifestazione che abbiamo deciso il 18 Settembre a Piazza del Plebiscito su questo tema con l’obiettivo di cercare di sensibilizzare i cittadini a una partecipazione attiva maggiore e nella quale saranno presentate alcune proposte di merito e di metodo? Lei parteciperà? Coinvolgerà altri cittadini?


Ogni cosa fatta con la partecipazione, nel bene e per l’interesse collettivo è giusto che venga sostenuta da tutti in modo bipartisan. Sarò lieto di parteciparvi, ho già coinvolto i lettori del blog e presenteremo le nostre proposte.

13. Se Lei fosse il prossimo candidato Sindaco della nostra città, cosa farebbe per questo problema?


Il problema “aria avvelenata” va affrontato in modo globale, senza sprechi e in modo strutturale. Agendo alla radice anziché rincorrere le solite emergenze. L’inquinamento è paragonabile a dei cecchini che sparano, non possiamo solo contare le pallottole che ci tirano, è necessario agire concretamente sulle cause e rendere tollerabili i livelli di emissioni.
Le mie proposte sono di carattere strutturale. Bisogna istituire un’unità di crisi e adottare provvedimenti che prevedono trasporti e mobilità eco-sostenibili, riduzione dei consumi, monitoraggio a tappeto delle fonti inquinanti e incentivi normativi. Va migliorata la viabilità, reso funzionale il trasporto pubblico e risolta definitivamente la questione del porto. Tutto ciò con piani di intervento da concordare a ogni livello istituzionale, visto che Napoli è una città metropolitana. Invece, per quanto riguarda il fenomeno dei roghi tossici di rifiuti, le soluzioni sono più complesse e coinvolgono diversi ambiti.

Angelo Ferrillo e Sergio Fedele



Fonte: Napolipuntoacapo

lunedì 20 settembre 2010

I cento "uomini di ferro" e la rivoluzione meridionale



Il Partito del Sud supera i cento iscritti e sta costruendo nei fatti la base del movimento meridionalista che vuole portare a compimento la "rivoluzione meridionale" auspicata da Guido Dorso.
Ovviamente parliamo di una rivoluzione pacifica, con metodi democratici e non violenti, ma che finalmente renda questo nostro paese piu' libero, piu' giusto e piu' solidale e soprattutto piu' uguale nei suoi territori per possibilità e per sviluppo, superando una situazione coloniale del Mezzogiorno che dura da quasi 150 anni.
Preferiamo questa strada piuttosto che il solo urlare sulla rete slogan o proposte di indipendentismo vaghe e inconcludenti, vogliamo essere un movimento dalla parte del popolo e per il popolo meridionale, senza richiuderci nel ghetto dell' "azione culturale" e della sola diffusione della verità storica. Quest'ultima, come tutti quelli che ci seguono sanno benissimo, e' alla base del nostro movimento meridionalista ed identitario ma secondo noi deve essere accompagnata da ricette moderne e praticabili per la nostra terra ed il suo futuro, altrimenti rimane uno sterile esercizio "pseudo-intellettuale" e territorio di inuti diatribe sui dettagli della verità storica sul cosidetto "risorgimento" (che per noi e' stato tale solo per il Nord...)per dividersi in gruppi e gruppetti.
Organizzare un grande movimento, farlo crescere con la partecipazione dei suoi iscritti, queste le nostre priorità per formare la nuova classe dirigente. Molti altri movimenti meridionalisti, che hanno sempre gli stessi leader da anni, non capiscono che e' il momento di cambiare passo e soprattutto cambiare metodi, meno personalismi e meno approssimazione nell'organizzazione sono necessari ed improcrastionabili.
Alcuni compatrioti li abbiamo perso per strada, forse perche' erano incapaci di lavorare in squadra e troppo concentrati sulle loro personali voglie ed aspirazioni, molti di piu' ne abbiamo acquistato e ne stiamo acquistando e credo che avere sezioni e referenti del Partito del Sud nelle maggiori città italiani come Napoli, Roma, Palermo, Torino e Milano sia una chiara dimostrazione di crescita.
Le prossime tappe saranno il congresso di Napoli il 25 settembre prima e l'incontro di Palermo poi, noi siamo pronti a discutere delle possibilità di crescita con gli amici siciliani e con gli altri movimenti meridionalisti e sicilianisti che confluiranno nel nostro movimento e/o con quelli che vorrano fare con noi accordi di tipo confederativo o di altro tipo; essenziale e' chiarirsi da subito su obiettivi, linea politica e regole condivise. E così, da uomini liberi, troveremo la nostra strada e la "rivoluzione meridionale" avrà finalmente inizio.
Avanti SUD!

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
PARTITO DEL SUD

giovedì 16 settembre 2010

SABATO 25 SETTEMBRE 2010: CONGRESSO NAZIONALE 2010 PARTITO DEL SUD




Congresso 2010 Partito del Sud

Sabato 25 settembre 2010 - ore 10,00
Hotel Majestic
Largo Vasto a Chiaia 68
Napoli


Indicazioni strada da mappe Google


Siamo nel "salotto" di Napoli, vicino alle vie dello shopping, alla bella Piazza dei Martiri ed a due passi dalla fermata della metropolitana "Piazza Amedeo".

Consigliamo, se è possibile, di arrivare a Napoli con il treno e poi prendere la metropolitana (linea 2 in direzione Pozzuoli da Napoli Centrale e scendere appunto alla fermata di Piazza Amedeo), perchè in zona il parcheggio e' abbastanza difficile.

La scaletta della giornata sarà la seguente:

Mattinata riservata ai soli iscritti del Partito del Sud

Ore 10: accreditamento partecipanti

Ore 10.30: inizio dei lavori con saluti del Presidente Coord. Nazionale e del Segretario Organizzativo, situazione tesseramento e cassa

Ore 11: linea politica, prospettive future e prossimo incontro Palermo: "Stati generali del Sud"

Ore 13.30: pausa pranzo


Ore 15: ripresa lavori con ospiti esterni


Ore 15-16.30: interventi ospiti

Ore 16:30-18: interventi di chiusura dei tesserati, proposte, iniziative etc...

Ore 18.30: votazione / rinnovo cariche

Ore 19: chiusura dei lavori

Per il pernottamento le opzioni sono, oltre all'albergo che ci ospita per il convegno, i seguenti tre Bed&Breakfast sempre in zona:


B&B Cappella Vecchia 11
www.cappellavecchia11.it
V.co S.M. a Cappella Vecchia, 11 (Piazza dei Martiri)
80121 - Napoli
Email: info@cappellavecchia11.it
Tel. +39 0812405117


B&B Napoliday
www.napoliday.it
Vico Santa Maria a Cappella Vecchia, 11
80121 Napoli, Italia
081 248 1106

Bausan Holiday B&B
Via Giovanni Bausan, 32
80121 napoli
081 195 66084
bausansholiday.com‎

lunedì 13 settembre 2010

Piccolo grande uomo...parla con lingua biforcuta!





Piccolo grande uomo Brunetta ha parlato, ecco le sue perle di saggezza:
"...senza l'inurbazione Napoli-Caserta e la Calabria, l'Italia sarebbe uno dei primi paesi in Europa" ed ancora:
"Napoli e la Calabria sono terre bellissime, peccato che ci sia questa organizzazione terribile e questa considerazione la facciamo tutti."
ed ecco la perla finale:
"Poi bisogna far funzionare la scuola, l'universita' e la pubblica amministrazione e io di questo ne so qualcosa. Insomma dobbiamo rendere i cittadini del sud non piu' sudditi ma uomini liberi''.
Insomma come al solito "cornuti e mazziati"...e' colpa nostra, di noi napoletani, di noi calabresi e di noi meridionali in genere e non di chi la dirige, se abbiamo una "chiavica" di scuola o di università o di pubblica amministrazione!
Augh!!!
Ma per quanto tempo questi nani della politica credono di prenderci per i fondelli (per non utilizzare altre espressioni più colorite ma in questo caso piu' appropriate...)???
Ma chi ci sta al governo del paese, sia a livello nazionale che locale, che rende il Sud sempre piu' colonia, coi servizi che funzionano peggio che altrove e ci rende "sudditi"?
E' vero o non e' vero che i suoi compagni di merenda da Berlusconi ai leghisti sono nella stanza dei bottoni da circa 20 anni con l'interruzione dei periodi con Prodi (che non ha fatto tanto meglio)?
E' vero o non e' vero che anche nella maggioranza delle regioni e nei comuni del Sud oramai domina la cricca pidellina che prende ordini da Arcore e dagli amici di Brunetta?
Allora cari padani le cose sono due:
- o ci dite, come molti oltre il Tronto ed il Liri davvero pensano in questo bel paese della truffa risorgimentale dei "fratelli d'Italia", che noi siamo la zavorra d'Italia perche' siamo antropologicamente e lombrosianamente inferiori al resto del paese e "non c'e' niente da fare per il Sud", "non si riesce a governarlo", "e' una parte del paese in mano alla criminalità organizzata"....allora se credete che "non c'e' niente da fare", separiamoci così senza rancore.
- oppure provate con un sussulto d'onestà a confessare i sogni ed i soldi rubati al popolo del Sud, il destino infame a cui avete sottoposto milioni di meridionali condannati alla disoccupazione, all'emigrazione (eh si caro Ministro, proprio noi "sfaticati" terroni, siamo tornati ad emigrare al ritmo di ca. 200.000 giovani all'anno che lasciano le loro case, i loro affetti, la loro terra...per andare a lavorare al centro-nord). Confessate che volete continuare con una serie di cose che non abbiamo voluto noi meridionali, dal giogo della criminalità organizzata (che da un lato combattete o fate finta di combattere con Maroni e dall'altro favorite con leggi speciali o con personaggi come Dell'Utri...), alle scuole ed università meridionali senza soldi, alle autostrade da terzo mondo come la SA-RC...Questo per non parlare dei piccoli imprenditori meridionali taglieggiati dagli usurai e dalle banche italian-padane (che per aiutarci meglio alzano il tasso al Sud e poi raccolgono il risparmio al Sud per investirlo e pagare le tasse al Nord...viva il federalismo!), degli agricoltori del Sud sempre sacrificati sugli altari europei al contrario degli allevatori e del latte padano, ai fondi FAS destinati dall'Europa come risorse aggiuntive al Mezzogiorno dirottati su altre voci come il taglio dell'ICI, alla buffonata dell'inceneritore di Acerra che non ha mai funzionato e spacciato per "risoluzione dell'emergenza rifiuti" solo per fare il solito show televisivo col nano maximo in caschetto da operaio e per favorire la solita azienda padana (ora la lombarda A2A mentre prima c'erano stati gli sfaceli di Impregilo...)...questo quando lo confessate???

Napoli e la Calabria sono sempre state terre di civiltà e non possono essere offese dal primo imbecille padano che straparla, evidentemente non conosce la storia e forse non sa che Parmenide e Pitagora frequentavano le nostre polis ed insegnavano filosofia e matematica mentre i suoi antenati erano ancora a livello dell'uomo primitivo...siamo stati un grande popolo e possiamo tornare ad esserlo se ci scrolliamo di dosso i motivi della nostra sudditanza ed i colonizzatori di oggi, con un movimento meridinale che prende a pedate Brunetta e i suoi compagni, insieme alla marmaglia di ascari meridionali che gli fanno da servi schiocchi per mantenere la loro misera poltrona, e li caccia dalla nostra terra.

Come nel 1860 non avevamo davvero bisogno dei Garibaldi e dei Savoia che ci portavano "fratellanza, giustizia e libertà", oggi non abbiamo davvero bisogno delle lezioni di civiltà di un Brunetta qualsiasi.


Enzo Riccio
PARTITO DEL SUD

mercoledì 8 settembre 2010

Lo strano caso della correlazione spuria di E. Rullo

Bell'articolo dell'amica Emanuela, e' vero, noi siamo meridionali e non siamo sardi...però proprio per questo non possiamo tollerare articoli deliranti come questo che offende il popolo sardo con luoghi comuni che nell'italietta risorgimental-padana vengono utilizzati di volta in volta contro i meridionali, contro gli extracomunitari, gli albanesi, i rumeni, i siciliani, i sardi...etc etc...

Ecco il link all'articolo delirante apparso su "Italia Oggi" e da cui ha preso spunto la nostra amica Emanuela Rullo:

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1674103&codiciTestate=1&sez=giornali&testo&titoloÈ%3B+giusto+che+il+futuro+dell



NON RESTEREMO PIU' IN SILENZIO, NON ESISTONO POPOLI o RAZZE "MIGLIORI" DI ALTRE o CHE HANNO IL DIRITTO DI OFFENDERE POPOLI E CULTURE DIVERSE DALLA PROPRIA!
BASTA!

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Lo strano caso della correlazione spuria

L’ho riletto due volte, o forse tre, eh già non capivo, eppure quelle parole erano fin troppo chiare…era piuttosto il nesso a sfuggirmi…ecco allora vi racconto, aiutatemi a capire:
Da quando ho partecipato a un convegno per l’acquisizione dei crediti formativi in qualità di commercialista, convegno organizzato da Italia Oggi, ricevo periodicamente un periodico di Italia Oggi appunto, di stampo politico economico e tributario. Ebbene, ricevuta la copia nel mese di agosto lo sfoglio cercando articoli sulle tante novità della manovra economica, ma a un certo punto
mi imbatto in una lettera. E allora leggo, e poi rileggo, e niente non capisco, non capisco perché alla pagina 6 del numero del 25 agosto 2010 per ben metà della pagina stessa è riportata una lettera della carissima italiana Annalia Martinelli dal titolo “E’ giusto che il futuro dell’Italia sia in mano agli stranieri”.
Non possono aver pubblicato una cosa del genere mi dico, eppure il giornale è proprio il giornale, non è una bozza, allora forse mi sbaglio, certo sono io sono prevenuta, sono io che esagero, sicuramente. Allora permettetemi vi invito a leggere la lettera insieme.
Partiamo proprio dall’inizio:
“Sono in vacanza in Sardegna. Ancora per pochi giorni,. E mentre leggo tutti i giorni della lenta agonia del nostro Paese, l’indolenza dei sardi mi fa proprio (si può dire?) incazzare”
Questo è l’incipit della lettera. L’indolenza dei sardi. Beh, Signora incazzare si può dire, peccato che lei però, si preoccupi dell’uso del termine incazzare piuttosto che del fatto che con le sue parole lei sta offendendo un intero popolo, il popolo sardo e stabilendo dall’alto della sua cattedra, niente che dire sicuramente meritatissima, che i sardi sono indolenti. E certo sarà proprio l’indolenza a indurre i cassintegrati della Vinyls a rinchiudersi da 193 giorni nell’ex super-carcere sull’isola dell’Asinara, quale posto migliore per non far nulla? Che bello che finalmente ha chiuso la fabbrica!
Ma continuiamo:
“Mi rammarico di vedere inutilizzata per ignavia, gran parte della nostra bella Italia da vedere, da mangiare e da vedere.”
Seconda offesa, o mi sbaglio? Signori ignavia vuol dire pigrizia. E analizziamo bene: qui la sig.ra definisce la sardegna “gran parte della nostra bella Italia”, certo la Sardegna è grande però…
A questo punto ha inizio il racconto dell’avventura italiana di un albanese, dapprima presentato come capo giardiniere di un villaggio residenziale, e poi nel prosieguo come lavoratore in proprio, che a suo dire avrebbe “assunto solo isolani. Purtroppo però i sardi (almeno tutti quelli che ho assunto io) non hanno voglia di lavorare. Ho dovuto perciò via via licenziarli tutti e assumere solo
immigrati”
Ed ecco che a questo punto dalle offese si passa ai luoghi comuni. I sardi non hanno voglia di lavorare. Certo. E gli albanesi contro i quali nella città della sig.ra Annalia organizzano le ronde?
Che vengono picchiati e tacciati di essere ladri e quanto altro? Ah già ma siamo in Sardegna e un albanese è sempre meglio di un sardo o forse di un meridionale, e comunque basta che non sta a Milano. Comunque è lodevole che la sig.ra cerchi di dare una solida base di esperienza ai propri luoghi comuni e quindi credo proprio che sarebbe del tutto inutile spiegare alla sig.ra Annalia che la correlazione posta i sardi non hanno voluto lavorare per il sig. albanese = i sardi non vogliono
lavorare è probabilmente una correlazione spuria. E ovvero probabilmente bisognerebbe indagare le condizioni di lavoro che erano state proposte a quei lavoratori sardi, di lavoro e di salario per capire come mai poi l’albanese si sia rivolto ad altri cittadini immigrati. Ma comunque la sig.ra ha ragione, non avendo lavoro i sardi non possono certo pretendere di avere diritti.
Comunque laddove il concetto non fosse chiaro, ma anche per dovizia di indagine, la sig.ra porta un altro esempio:
“ ieri ho chiesto a una ragazza del posto se poteva venire un paio d’ore a servizio da noi. Sapevo che da un mese aveva trovato posto in una pasticceria ma che ogni giorno alle 15 finiva il suo lavoro. Senza nemmeno trattare il prezzo, mi ha risposto che è troppo stanca! E che chiamassi pure la moglie dell’albanese quella si che ci sta!”
Ora probabilmente la sig.ra non ha mai lavorato o comunque sicuramente non ha lavorato in pasticceria. Ed è inutile dire che siamo alla seconda correlazione spuria che avvalora una luogo comune vecchio come una macchina d’epoca. Probabilmente la sig.ra benché stacchi alle 15, alle 15 ha fatto già otto ore di lavoro poiché in pasticceria si attacca molto presto, dunque probabilmente
non c’è nulla di male a essere stanchi dopo otto o nove ore di lavoro. Ma questo solo probabilmente.
Beh se dopo tutti questi esempi qualcuno avesse ancora dubbi sull’indolenza e l’ignavia dei sardi ecco l’esempio finale “ in questa zona del sassarese, in ogni famiglia almeno un componente riceve un assegno di sostentamento dallo Stato: disoccupazione” (ma allora lavorano ogni tanto?)
“invalidità…potrei fare nomi e cognomi di persone che stanno benone ma che vivono mantenuti…da noi!”
Mantenuti da noi! Mi sa che il concetto di correlazione spuria alla signora occorrerà proprio spiegarlo. Perché se i giovani emigrano per indolenza ovviamente e per ignavia, per trascorrere le proprie giornate di pigrizia in quel di Milano, se interi paesi si spopolano e rimangono solo vecchi e invalidi, è abbastanza evidente l’elemento che rende vana la correlazione posta.
Ma leviamo ogni ulteriore perplessità, siamo chiari:
“loro vivono proprio solo grazie al turismo e all’ICI versata da noi milanesi pirla!”
beh certamente non c’è dubbio. Poi emigrano e vanno a lavorare lontani dalla famiglia e dal proprio sistema sociale per spendere i soldi che gli arrivano con l’ici dei milanesi, e anche l’Asinara è un albergo di lusso con piscina.
Purtroppo io mi incazzo sig.ra Annalia, ma non mi incazzo con lei, mi incazzo con chi editore, persona di studi, di cultura ha pubblicato una lettera dedicandovi ampia superficie della propria carta stampata, una lettera ricca unicamente di insulti e luoghi comuni. E mi incazzo perché non solo trattasi di una scelta editoriale sbagliata ma perché significativa della scarsa considerazione,
dell’ignoranza, del razzismo, che in questo paese, l‘Italia, gli italiani non mancano di esprimere in ogni momento, anche quando non necessario, magari solo per riempire buchi, per una certa parte di questo popolo. E non ho interesse a spiegare in maniera approfondita lo scarso valore di questa lettera, poiché in effetti si commenta da sola, ma questo scarso valore ne rende ancor più grave la
pubblicazione.
E allora io il giornale l’ho buttato, ma la rabbia non la potevo buttare via, e allora il giornale l’ho ripreso, e allora, qualcuno dovrebbe chiedere scusa. Qualcuno dovrebbe chiedere scusa al popolo sardo per tale pubblicazione, e qualcuno dovrebbe chiedere scusa ai cassaintegrati confinati sull’Asinara perché invece di dedicare loro uno spazio, o dedicare uno spazio ai perché della chiusura dell’industria chimica, si è dedicato tanto spreco di parole per dire, sostenere, affermare che il popolo sardo è un popolo di pigri, indolenti, che non vogliono lavorare, perché signori queste sono le parole e lasciatemi dire queste ed altre sono le intenzioni. E allora qualcuno dovrebbe chiedere scusa a un popolo che ha visto i propri figli emigrare, che ha visto lo stato assente, che
deve lesinare per avere ciò che gli spetterebbe di diritto, ove gli interventi sono straordinari perché di ordinario non v’è nulla, il cui territorio è stato utilizzato a uso e consumo dei migliori predoni. E ancora qualcuno dovrebbe chiedere scusa a quei sardi che sono emigrati nel mondo e nel nord Italia, e che pur di lavorare sono sottratti all’affetto delle proprie famiglie.
Ed eccola lì spunta, come sempre, quella voce, la voce non del sardo stavolta, ma del meridionale, la solita odiosa voce che dice “ma tanto nessuno chiederà scusa, ma tanto è sempre così”. Ed ecco allora, penso, ho trovato il nesso. Eccolo il nesso che cercavo: oggi, miei cari signori, questa voce qualcuno la deve ascoltare, oggi c’è qualcuno che si è veramente incazzato e devo dire da un pezzo, e vediamo se a ragione o meno.


Rullo Emanuela
Terrona di Avellino
emigrata