domenica 27 novembre 2011

ASSESSORE AL BILANCIO DEL COMUNE DI GAMBELLARA (VI) ADERISCE AL PARTITO DEL SUD!




Ricevo e posto, con i nostri più sentiti complimenti a Filippo Romeo ed agli amici del PdSUD del Veneto ed al Coordinamento di Vicenza, un sincero benvenuto a nome di tutto il PARTITO DEL SUD alla Dott.ssa Francesca Maria Rossi!


COMUNICATO STAMPA


Il Partito del Sud è lieto di accogliere tra le proprie file la Dott.ssa Francesca Maria Rossi Assessore al Bilancio del Comune di Gambellara (VI), carica che ricopre dopo essere stata eletta nelle elezioni comunali del maggio scorso nella Lista Civica "Vivere Gambellara". La Dott.ssa Rossi, conoscitrice delle tematiche meridionaliste, dopo attenta ed approfondita analisi delle strategie e proposte politiche del nostro Partito, ha deciso di aderire al Partito del Sud inoltrando la richiesta di tesseramento alla nostra Federazione Provinciale che con piacere ha accolto la domanda.
Rimarcando che la giunta comunale di Gambellara, sostenuta da sole liste civiche, ha avuto il merito di relegare all'opposizione, fra gli altri partiti, anche la Lega Nord, siamo certi che l'ingresso nel nostro Partito della Dott.ssa Rossi potrà portare ulteriore slancio alla nostra azione politica anche in previsioni delle prossime elezioni provinciali di Vicenza dove il nostro Partito sarà presente con la propria lista.

Partito del Sud Vicenza
Coord. Provinciale
Filippo Romeo



La notizia anche su Vicenza Più:

venerdì 25 novembre 2011

Finalmente c'è un numero per gli SMS e le chiamate da rete fissa anche per aiutare le popolazioni alluvionate in provincia di Messina!




Aiutiamo i fratelli siciliani di Barcellona Pozzo di Gotto, di Saponara e degli altri paesi della provincia messinese messa in ginocchia dal maltempo e le alluvioni degli ultimi giorni...come per i genovesi, anzi a maggior ragione perché sono fratelli meridionali, prima la nostra solidarietà per i fratelli siciliani e poi l'accertamento delle colpe degli amministratori e i discorsi sull'abusivismo, fenomeno che purtroppo è diffuso al Sud come al Nord al contrario di quanto spesso viene raccontato dai media di regime nazional-padano.


Oltre alla donazione via SMS è possibile anche donare anche tramite bonifico bancario
conto corrente intestato a: 
Comune di Barcellona Pozzo di Gotto
CAUSALE: 
contributo di solidarietà per gli alluvionati di Barcellona Pozzo di Gotto.
IBAN: 
IT 16 Z 01030 82071 000001 328303

giovedì 24 novembre 2011

Noi meridionali...figli di un Dio delle alluvioni minore


Foto: Alluvione e frane nel Messinese, le foto


Per l'ennesima volta noi meridionali siamo costretti ad assistere con stupore e con rabbia al penoso spettacolo di come i media nazionali (o nazional-padani?) trattano in modo completamente diverso, a parità di evento, la cronaca del Sud e la cronaca del Nord. L'ultimo esempio lampante è a proposito delle recenti alluvioni che hanno colpito duramente prima la Liguria e la Toscana e poi, solo negli ultimi giorni, la Calabria e la Sicilia.
Quando ci sono stati i morti a Genova tutti noi a pensare alla tragedia ed a dimostrare solidarietà ai genovesi...personalmente odio chi specula sulle notizie e chi fa del razzismo al contrario, non e' nel nostro DNA meridionale godere delle sciagure altrui e non ho mai visto striscioni dalle nostre parti del tipo "forza Adige" o "grazie Po per l'esondazione" oppure "Mar Ligure pensaci tu" come alcune intelligenti esibizioni in stadi da Roma in su.
Eppure devo leggere sconcertato l'articolo e guardare il video su "La Repubblica", non su "La Padania" e nemmeno scritto da un noto razzista padano come Calderoli o Borghezio, ma di Francesco Merlo su un giornale che si dichiara quotidiano nazionale!!!
Ebbene Merlo cerca di imitare le famose teorie lombrosiane con una ricostruzione davvero sconcertante sull'abusivismo al Sud (e in Liguria?) come causa principale delle tragedie di queste ultime ore ed ovviamente l'abusivismo viene rimarcato solo ora e non quando si parlava dei fiumi interrati in Liguria ed in Toscana...la rassegnazione del Sud...addirittura una solidarietà diversa....mancavano solo le foto degli abitanti siciliani fotografati come i briganti del 1860-1870 con evidenziata la fossetta occipitale e con lo sguardo truce del brigante!
Ebbene noi siamo stanchi di subire, non esistono morti di serie A e quelli di serie B...noi del Partito del Sud non rimarremo muti come gli schiavi negri dell'800 dopo le scudisciate dei padroni o dopo le prime incursioni del Ku Klux Klan...urleremo la nostra rabbia contro i signori della politica e dell'informazione nazionale, in più dovremmo organizzarci sempre meglio per avere una rappresentanza politica e per essere una chiara alternativa allo sfascio che avanza e alla penosa condizione dell'informazione pubblica, sempre più sotto il giogo delle lobbies economiche e politiche nordiste che hanno tutto l'interesse nel fornire la solita immagine del Sud "palla al piede" e "causa di tutti i mali".
Non basta più nemmeno il solo gridare contro le falsità e le ingiustizie, è ora di contrastarli con una rivoluzione meridionale pacifica e prorompente con esempi, e ce ne sono tanti, di quel Sud che lavora e che sa amministrare senza dover prendere nessuna lezione dal Nord. Per la difesa del territorio per esempio, il Nord non e' certo l'esempio da prendere e, se dobbiamo avere dei modelli, non dovremmo certo pensare a quelli padani come tanti episodi tragici dal Vajont all'alluvione di Firenze fino ai recenti fatti di Genova. Sarno e Barcellona Pozzo di Gotto devono di certo riflettere anche sugli errori dei loro amministratori nella difesa del territorio ma non hanno di certo da imparare dai settentrionali ed, almeno per la solidarietà, secondo me di fronte a certe tragedie non devono esistere differenze.

Per aiuti alla cittadina messinese, diffondo appello che gira in rete:
bonifico bancario su codice IBAN IT16Z0103082071000001328303 intestato al Comune di Barcellona Pozzo Di Gotto. Causale: contributo solidarieta' alluvionati. 

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
PARTITO DEL SUD

mercoledì 23 novembre 2011

Comunicato Stampa Partito del Sud 23/11/2011: Commissione Culturale



Il Partito del Sud, in ottemperanza a quanto deciso nell'ambito del 3° e ultimo Congresso Nazionale tenutosi a Napoli l'8 e 9 ottobre 2011, è lieto di annunciare la costituzione di una Commissione Culturale, esterna al partito, avente funzione consultiva.
Tale commissione sarà composta da alcuni intellettuali tesserati al Partito quali lo scrittore, ricercatore, assessore al Comune di Gaeta, presidente onorario e fondatore del PdSUD Antonio Ciano, dal gornalista, scrittore e Presidente della Fondazione ADI-Collezione Compasso d'Oro prof. Giovanni Cutolo e dal regista e attore Roberto D'Alessandro. La commissione si avvarrà inoltre della collaborazione di intellettuali esterni al Partito, in particolare, della giornalista e scrittrice Elena Bianchini Braglia, del giornalista e scrittore Gigi Di Fiore, del giornalista, scrittore e assessore allo sviluppo del Comune di Napoli Marco Esposito, del giornalista e scrittore Lino Patruno e infine del docente universitario e esperto nella gestione delle risorse umane Anthony M. Quattrone.

L'adesione alla commissione di altri intellettuali sarà annunciata a breve.
La commissione, presieduta dal Prof. Cutolo e coordinata dal Dott. Quattrone, avrà il compito di elaborare temi e iniziative culturali che il Partito del Sud sosterrà e diffonderà nell'interesse di tutti i meridionali d'Italia.




Segr. Org. Nazionale

PARTITO DEL SUD

Enzo Riccio

martedì 22 novembre 2011

Vendola e il Sud...su Rai 3 a "Che tempo che fa" da Fazio


Interessanti considerazioni sul Sud e sulla questione meridionale del Governatore pugliese Nichi Vendola alla trasmissione "Che tempo che fa" su Rai 3..si citano i maestri del meridionalismo come Dorso e Salvemini...si parla della differenza tra questione meridionale e la cosidetta (ed inventata) questione settentrionale...finalmente da un leader nazionale un discorso davvero meridionalista...





http://www.youtube.com/watch?v=jiCfw9vBPlc&feature=channel_video_title

venerdì 18 novembre 2011

Fra Nord e Sud la verità sul debito di Lino Patruno

Fra Nord e Sud la verità sul debito

di Lino Patruno


Occorre rassicurare Monti che il Sud non ha alcuna intenzione di chiedere di più. Può bastare che gli venga dato quanto gli è attribuito. E che quanto gli è attribuito non sia ancòra un bancomat dal quale prelevare per qualsiasi necessità, dalle multe ai lattai settentrionali ai contributi ai traghettatori del Lago di Garda. E’ giusto che il presidente abbia ricordato le note dolenti della Questione meridionale: infrastrutture, disoccupazione, innovazione, rispetto della legalità. Problemi da affrontare, giusto anche questo, utilizzando meglio i soldi a disposizione. E non fa una piega il richiamo anche a una Questione Settentrionale: costo della vita, delocalizzazione, nuove povertà, bassa natalità (benché ora siano le mamme terrone a non azzardarsi più a fare figli).

È vero anche che la crescita è stata deludente a Nord come a Sud. E però nessuno quanto un economista alla Monti sa che sarà tanto più deludente quanto meno crescerà il Sud. Oggi vi lavora il 20 per cento in meno che al Nord: un giacimento di potenziale sviluppo al servizio di tutti. Dove però non si va a scavare lasciando inutilizzata una ricchezza possibile. Né ci sono le condizioni perché il Sud possa fare da solo come vuole, a cominciare appunto dalle infrastrutture. Per dire: se si fa l’alta velocità ferroviaria al Nord, la si faccia anche al Sud. Solo un piccolo esempio di ripartenza nel modo giusto.

Una ritrovata coesione sociale e territoriale, ha prospettato il presidente. Per mettere a tacere chi al Sud continua ad aspettarsi solo soldi e assistenza. Ma anche chi continua a vaneggiare di Nord depredato e che non ne può più. Come fa la Lega passata da “Roma ladrona” a “Roma poltrona” e ora tornata a “Roma ladrona”.

Mentre il Paese dovrebbe stringersi “a coorte”, costoro convocano il Parlamento della Padania. E ricominciano a parlare di rendita di posizione al Sud senza guardare mai alle loro pensioni di invalidità. Né alle Province che non hanno voluto abolire. Né al loro Ponzellini indagato per associazione a delinquere e che volevano presidente della Banca del Mezzogiorno.

Polpetta avvelenata - Per fortuna dicono di averci sempre pensato loro al Sud: con la polpetta avvelenata del federalismo fiscale. Che parte da una grande menzogna sull’attuale debito pubblico. Correvano gli anni ‘70 quando, in un distratto Ferragosto, gli Stati Uniti annunciarono: il dollaro non è più convertibile in oro. Con la sola guerra del Vietnam ne avevano perse 90 mila tonnellate. Si passava dai cambi fissi fra le monete ai cambi variabili: dalla stabilità alla instabilità. Qualche anno dopo, il secondo conflitto Israele-Arabi portò alla guerra del petrolio: domeniche a piedi e città a luci spente. Ne fu distrutta l’industria pesante che avevano appioppato al Sud, dalla siderurgia alla chimica alla raffinazione. Fu anche la rapina delle banche del Sud dichiarate sommariamente fallite.
Occorreva però sostenere la piccola e media industria del Nord. Ecco la “svalutazione competitiva” della lira. Si teneva basso il valore della lira per far costare meno i prodotti che il Nord esportava. Grande inflazione, stampa continua di carta moneta dal valore sempre minore. Quattro le conseguenze, cui nessuno allora fece caso.

Uno: l’impoverimento ulteriore del Sud, perché valore basso della lira e inflazione significavano colpire soprattutto i consumatori meno abbienti, i meridionali (come ora con l’aumento dell’Iva).

Due: se con la lira svalutata il Nord esportava di più, l’Italia si indebitava sempre di più, anzitutto per pagare il petrolio sempre più caro.

Tre: tra caro-petrolio e inflazione, per coprire i buchi di bilancio occorreva chiedere sempre più prestiti (anche allora ai famosi “mercati”). Ecco crescere quel debito pubblico che ci ritroviamo. Con una aggravante, ah signora Merkel: per riunificarsi, la Germania Ovest non dette assistenza all’Est (come si era scelto di fare col nostro Sud), ma attirò i capitali esteri pagando interessi sempre più alti. Su quegli stessi mercati cui anche l’Italia dovette pagare questi interessi crescenti.

Quattro: il protezionismo a favore del Nord non solo inguaiò il resto del Paese (leggi Sud). Ma per anni consentì alle imprese del Nord di non pensare a quel minimo di innovazione e produttività che sarebbero stati utili quando sarebbe arrivata la concorrenza senza ombrello (la globalizzazione). Per questo oggi nelle classifiche della produttività l’Italia è sotto anche allo Zimbawe. Per questo abbiamo i salari più bassi d’Europa ma il costo industriale più alto.

Privilegio al nord - Quando il carnevale finì, e grazie al privilegio concesso al Nord tutta l’Italia dovette pagare più tasse, allora la Lega lanciò la rivolta fiscale contro “Roma ladrona”: non volevano pagare le tasse che essi stessi avevano determinato per tutti. E fu allora che inventarono il federalismo fiscale. Ciascuno si tiene i suoi soldi. Non vogliamo dare soldi al Sud. Quel Sud al quale non solo non avevano mai dato soldi, ma che avevano ancor più impoverito con l’inflazione per i loro comodi.
Anche questo il Sud deve ricordare a chi lo accusa mentre esordisce Monti. La coesione nazionale si poggia anzitutto sulla verità. Anche se potrà indispettire il signor Bossi che Monti sia uno di Milano, cioè delle sue parti.

giovedì 17 novembre 2011

Un articolo su Antonio Ciano, Pino Aprile ed "Operazione Terronia" sul giornale italo-canadese!




L’altra verità storica dietro l’Unità d’Italia

«La questione meridionale ha radici storiche e lo Stato non è riuscito in questi anni ad affrontarla e risolverla»

Di CATERINA ROTUNNO
TORONTO - «Ci sono cose che nessuno ti dirà …sei nato nel Paese delle mezze verità». Così recita una canzone di successo di un cantautore italiano molto famoso tra i giovani. Quante volte la verità su fatti dolorosi, stragi, massacri, attentati è stata nascosta dalla logica del “segreto di Stato” che - come si legge dalla sua definizione - si tratta di un veto posto per “non danneggiare gravemente gli interessi di un Paese”. A volte anche l’analisi storica, a distanza di tanti anni, fa fatica a rivelare e a far conoscere certe verità perché contrastanti con i miti e con un credo storico ormai diffuso che compiace e soddisfa le masse popolari, dando versioni ricche di eroi buoni e di gesta indimenticabili. I segreti e le verità non dette hanno radici lontane per l’Italia e proprio i fatti relativi all’Unità del Paese del 1861 ne sono uno dei tanti esempi.
Questo è stato il tema del Convegno dal titolo “Operazione Terronia” che si è svolto a Toronto, la scorsa domenica 13 novembre presso Villa Colombo. Protagonisti di questo incontro il giornalista Pino Aprile e l’assessore al Comune di Gaeta, Antonio Ciano venuti direttamente dall’Italia, affiancati dall’avvocato Rocco Galati di Toronto che ha svolto un’interessante disamina dei fatti storici italiani di 150 anni fa alla luce degli attuali istituti della moderna giurisprudenza utilizzati per giudicare atti criminali avvenuti durante i conflitti di guerra. Moderatore del convegno e dell’acceso dibattito tenutosi nel pomeriggio tra i relatori e il pubblico presente, il giornalista e scrittore Antonio Nicaso.


Altro scandalo lombardo per la Sanità...ma non era un modello di efficienza?


Sottratte somme ingenti, don Verzè indagato, monta lo scandalo San Raffaele

Luigi Don Verzè, fondatore dell'ospedale San Raffaele di Milano
Il caso San Raffaele non è più solo la storia di un buco finanziario, ma uno scandalo ancora più grosso, visto che direttamente nei guai finisce il mitico don Verzè. Si parla di fiumi di denaro «sottratti» alla Fondazione San Raffaele-Monte Tabor, oberata da un miliardo e mezzo di passivo e ammessa da poco al concordato preventivo, per poi finire su conti esteri o prendere altre vie, non solo tramite bonifici ma anche, questo il sospetto, in contanti. Denaro che sarebbe uscito dalle casse del gruppo ospedaliero grazie a un giro di contratti strapagati e consegnato, si ipotizza anche in buste, dall’ex vicepresidente Mario Cal, morto suicida lo scorso luglio, a Piero Daccò, il consulente in rapporti d’affari con l’ente, che è stato fermato ieri pomeriggio a Milano. 
Fonte: online-news

venerdì 11 novembre 2011

La via meridiana che dissolverebbe la Lega Nord di N. Salerno


La via meridiana che dissolverebbe la Lega Nord
Penso che ogni paese sviluppato anelerebbe ad avere sovranità sul meridione d’Italia. Se non altro per la sua imparagonabile posizione geografica, di ponte tra i paesi del mediterraneo in via di democratizzazione e di sviluppo e il mondo occidentale.
Fa eccezione solo La Lega Nord che ha fatto dell’anti-meridionalismo la sua stessa ragione di esistere. E così, facendo del pregiudizio e dei discutibili stereotipi anti-meridionali la sua stessa linfa, è costretta a non riconoscere nello sviluppo del Sud le grandi opportunità economiche che si aprirebbero anche per la cosiddetta Padania grazie al rapporto privilegiato che le industrie del nord avrebbero rispetto alla concorrenza internazionale.
Sta qui a mio modesto avviso l’empasse politico che negli ultimi venti anni ha precluso ogni possibilità di sviluppo delle regioni meridionali. Per carità niente di nuovo. Solo il ripetersi della solita litania: il sud Borbone, il sud brigante, il sud malavitoso, il sud parassita, etc.. Insomma la moderna via leghista con la quale si perpetua lo status di colonia al quale è stato relegato il Sud dall’ unità ad oggi.
Per la lega lo sviluppo del Sud significherebbe l’estinzione, l’eutanasia politica? E infatti basta il solo anelito di una politica nuova (e si spera efficace) per Napoli ad intensificare i continui, ingiustificati e rozzi attacchi di Tele/Radio Padania al neo sindaco della città partenopea. Invettive spesso prive di ogni fondamento e che sono solo il tentativo squallido di procacciarsi ossigeno che a quanto pare, stando ai sondaggi più recenti, sembra iniziare a scarseggiare. Insomma se Napoli (e in generale il Sud) sale, la Lega si dissolve.
Permettetemi una breve digressione. In tutta onestà, da meridionale, mi chiedo, dopo aver appoggiato per anni un governo appeso al chiodo (anti meridionale) leghista, con i risultati fallimentari per il Sud che sono sotto gli occhi di tutti, come si possa nutrire speranza da certi esponenti politici. Come è vero che l’abito non fa il monaco, è assai improbabile che il solo indossare la veste (pseudo) meridionalista possa fornire a "Grande Sud" quello slancio e quelle capacità che per lustri non si sono palesate. E il dubbio che gli interessi non siano proprio quelli dei meridionali sembra essere legittimo considerando che mantengono, anzi mantenevano in vita un governo asfittico a trazione leghista.
Meraviglia poi come gli imprenditori del nord (non la finanza che ha ben altre mire) non si rendano conto di come lo spirito di autoconservazione della Lega Nord e purtroppo la diffusione del leghismo in genere (PD e PDL non ne sono immuni) sia, non la sola ovviamente, ma una delle principali cause interne della recessione verso la quale si stanno avviando.
Ed è veramente strano che non si rendano conto del fatto che gli stanziamenti a sostegno delle politiche di sviluppo per il Sud, se attuate con rettitudine (e qui sarebbe chiamata in causa anche una nuova e rinnovata classe dirigente meridionale), potrebbero essere, non delle mere spese e/o costi morti, ma al contrario buoni investimenti anche per il loro apparato industriale. Se lo facessero ne conseguirebbe un quadro politico completamente diverso. Si avrebbe una convergenza di obiettivi vincente da contrapporre alla municipalistica e perdente dualità (nord-sud) di interessi attualmente imposta dalla Lega di Bossi. Basterebbe guardare a quello che sono riusciti a fare i tedeschi dopo la caduta del muro.
Ma una tale visione richiederebbe, patriottismo a parte, un atteggiamento di apertura, coraggio e intraprendenza che sembra proprio non albergare dalle parti della cosiddetta Padania. Dove invece sembra prevalere l’opposto: chiusura, remissione, municipalismo endemico. In una sola parola, paura.
I Borbone, già nel 1817, avevano concepito una legge sull’immigrazione volta a favorire le eccellenze anche non indigene: chi poteva dimostrare di possedere risorse e/o buone idee volte al miglioramento della qualità della vita del Regno, poteva richiederne la cittadinanza. Con più di due secoli di anticipo, un po’ come è avvenuto e continua ad avvenire negli USA (e in generale in tutto il mondo) dove le università e i centri di ricerca sono sempre alla caccia delle menti migliori, indipendentemente dalla nazionalità. Anche questo atteggiamento di apertura è stato alla base dei primati raggiunti dal Regno delle Due Sicilie e per venire ai tempi nostri, alla base della supremazia tecnologica raggiunta dagli Stati Uniti, almeno fino ad oggi. Vi risulta che gli americani (nel bene e nel male) per questo si siano allontanati dalla loro propria autodeterminazione?
Esattamente all’opposto del federalismo folcloristico di Calderoli (l’ennesima porcata anti-meridionale) che sostiene che bisogna privilegiare nelle graduatorie i residenti magari anche a prescindere dal merito. A sostegno di tale discutibile posizione pone anche un assai dubbio interesse municipale affermando che le risorse prodotte dal territorio devono essere riservate in primis ai residenti di quel territorio. Costituzione italiana a parte, viene da chiedersi: ma destinare le risorse al merito non onorerebbe di più il lavoro di chi ha prodotto quelle risorse? In altri termini. se l’insegnante (indipendentemente dalla provenienza) è obiettivamente più bravo del collega residente, si fa un favore o un torto al futuro dei figli (anche) padani? E in ogni caso, il problema di trovare meccanismi selettivi che diano maggior peso al merito vi sembra si possa risolvere innalzando medievali muraglie padane?
E noi meridionali, cosa possiamo (ancora) offrire al nostro presente e al futuro dei nostri figli? Come fare tesoro del nostro straordinario recente passato, delle nostre illuminate tradizioni e dei nostri costumi? Non rincorrendo nostalgiche e velleitarie ri-proposizioni di un mondo che fu. Ma nel senso di raccogliere la sfida dell’attualizzazione dello spirito, del metodo, dell’apertura (senza sottomissione) verso il mondo, e in genere della concezione della vita che ha portato i nostri avi, in poco più di un secolo prima del 1860, a brillare tra le civiltà più avanzate della terra.
Mi viene in mente il motto vichiano, verum ipsum factum. Ovvero, come sosteneva Vico alla fine del ‘700, si può veramente conoscere solo ciò di cui si è facitori. E noi meridionali abbiamo smarrito la nostra via perché non conosciamo la nostra storia. E non la conosciamo perché i facitori di quella storia non siamo stati noi e tutt’ora non lo siamo. Da 150 anni ci fanno danzare una danza che non è la nostra danza con una musica che non è la nostra musica. E così ci hanno reso goffi, sgraziati e privi di orgoglio.
Ecco allora l’urgenza di ri-fare nostro il motto vichiano e ri-cominciare a danzare la nostra danza al ritmo della nostra vera musica. Perché solo così (forse) riusciremo a contrapporre una più coraggiosa e aperta via meridiana alla vile, municipale e fallimentare via leghista…

Nicola Salerno

INAUGURAZIONE DELLA SEDE DELLA SEGRETERIA PROVINCIALE DEL PARTITO DEL SUD CASERTA


Ricevo e posto con piacere...

Complimenti vivissimi e un grande "in bocca al lupo" a Toni De Falco, Vincenzo Napoletano, Carmine Iodice, Michele Riviello ed a tutti gli amici della Segreteria Provinciale di Caserta per l'impegno profuso a sostegno del Partito.

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IL PARTITO DEL SUD SEZIONE "A. CIANO" DI CASERTA HA UFFICIALMENTE LA SUA SEDE ...SIAMO IN VIA FERRARA N. 12, PRONTI AD ACCOGLIERE TUTTI QUELLI CHE COME NOI HANNO VOGLIA DI FAR EMERGERE IL MEZZOGIORNO D' ITALIA DA TROPPO TEMPO ABBANDONATO A SE STESSO DA CHI CI HA GOVERNATO E MAI TUTELATO! DESTRA E SINISTRA SONO SOLO SEGNALI STRADALI!




mercoledì 9 novembre 2011

La fine della Seconda Repubblica...ed i nuovi orizzonti del meridionalismo

berlusconi-napolitano.jpg

Finalmente dopo una lenta ed estenuante agonia, anche su questo governo infame, il più antimeridionale della storia fin dai tempi (nefasti) di Cavour e Bombrini, sta calando il sipario.

In un articolo del suo blog, Beppe Grillo paragona questo momento alla caduta di Mussolini ed in modo suggestivo l'incontro tra Napolitano e Berlusconi viene accostato a quello del 1943 tra Vittorio Emanuele III e Mussolini.
Ovviamente nessuno si illude che tutti i problemi saranno risolti con le prossime dimissioni di Berlusconi, a prescindere dalle scelte del Presidente Napolitano per un governo provvisorio o per le elezioni anticipate, ma è chiaro a tutti che siamo alla fine di un'epoca.

Il periodo delle fanfaronate e delle (presunte) "vacche grasse" è finito, questa lunga scia iniziata negli anni '80 di yuppismo e d'illusione di crescita infinita, di un'entità superiore chiamata "mercato" che tutto aggiustava e tutti arricchiva...e' finita. In questa crisi gravissima, non solo italiana, sono in discussione finanza ed economia, liberismo e capitalismo, istituzioni sovranazionali come BCE o FMI che di fatto limitano sempre di più le sovranità nazionali. Insomma se il fascismo ed il comunismo sono morti...anche il capitalismo non gode di buona salute.

Poco interessante per noi anche il solito teatrino della politica italiana con gli scenari che si aprono per il dopo Berlusconi, il tira e molla del centro-destra...le divisioni nel centro-sinistra...i governi "tecnici" o di "coalizione" che somigliano pericolosamente ai trasformismi giolittiani...come candidato premier una persona come Monti, espressione di quei poteri forti internazionali e di quelle banche d'affari che hanno creato la crisi, dovrebbe essere l'uomo della Provvidenza che ci porta fuori dalla crisi?

E in questo scenario molto triste la realtà del Sud è ancora più desolante, sia economicamente che soprattutto politicamente dove si oscilla tra i classici ascari del potere del nord alla Miccichè ai piccoli gruppetti di pazzi deliranti che giocano a fare i rivoluzionari senza esercito, tra chi proclama improbabili secessioni sulla mappa del Risiko (senza specificare ne' il cosa ne' soprattutto il come...) e chi continua con gli slogan da anni '70 contro le banche e i complotti "pluto-giudaico e massonici", chi vuole combattere contro i grandi poteri internazionali ma non ha nemmeno la forza di eleggere un consigliere a Roccacannuccia (con tutto il rispetto per gli abitanti di quel paese).

Mai come oggi quindi è necessaria la crescita di una nuova classe dirigente meridionale e meridionalista, con "cuore caldo e mente fredda" come diceva un grande meridionalista come Nitti, cioè pragmatica e nello stesso tempo idealista e progettuale che passo dopo passo acquista sempre più credibilità con idee, programmi e progetti seri da XXI secolo e soprattutto con un orizzonte di una nuova società post-industriale e post-capitalista con un nuovo concetto etico della politica e della società. E per fare questo possiamo far ricorso alla nostra grande tradizione culturale meridionale e meridionalista, una vera e propria "rivoluzione meridionale" come auspicava Guido Dorso per farci tornare agli antichi splendori che abbiamo vissuto in passato dalla Magna Grecia al Regno delle Due Sicilie. Torniamo alla nostra vocazione mediterranea di ponte e di terra di scambio di culture, tra Europa, Medio Oriente ed Africa siamo nella posizione ideale per farlo. Il nostro ruolo sarà sempre di meno quello di un paese manifatturiero (ed il Sud per precise scelte politiche dei governi a trazione nordista dal "risorgimento" fino ad oggi non e' mai stato favorito in questa crescita industriale...ovviamente si è deciso di favorire la crescita industriale al nord a discapito del resto del paese) e sempre più dovremo diventare un paese di cervelli più che di braccia...e qui noi del Sud non abbiamo mai avuto niente da invidiare al resto del paese. Crediamoci e costruiamo il nostro futuro da uomini liberi e non più schiavi di una colonia, con il Partito del Sud.

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
Partito del Sud

Antonio Ciano con Pino Aprile a Toronto...il meridionalismo sbarca anche in Canada!


Ricevo e posto con piacere, augurando buon viaggio al nostro capo brigante...



Il 10/11/11 Antonio Ciano, con Pino Aprile e Lorenzo del Boca, andrà a Toronto (Canada). Il 12 i tre scrittori italiani presenzieranno al Columbus Center ad un incontro con gli italo canadesi. Si parlerà del risorgimento italiano, delle ragioni per cui 25 milioni di terroni dovettero abbandonare la loro terra, delle stragi e degli eccidi dei Savoia, della repubblica italiana tradita.

sabato 5 novembre 2011

SABATO 5 NOVEMBRE IN DIRETTA STREAMING DAL TEATRO SANNAZARO DI NAPOLI ALLE ORE 21.00 TERRONI





‎"TERRONI" LO SPETTACOLO, 5 NOVEMBRE ORE 21,00 IN DIRETTA STREAMING...PER I POCHI CHE NON SARANNO PRESENTI AL TEATRO SANNAZARO di NAPOLI !!! BUONA VISIONEEE!!!


http://www.leoncavallo.tv/

La voce contro la Lega del Partito del Sud ogni venerdì sul quotidiano nazionale TERRA dei Verdi

Ricevo dagli amici di Napoli e posto quest'altra interessante novità...




Raccogliendo la proposta ed offerta del nostro amico Francesco Emilio Borrelli, dirigente nazionale Responsabile del Mezzogiorno dei Verdi, parte con oggi una rubrica settimanale sul loro quotidiano ecologista TERRA, contro la Lega e le sue magagne, a cura del Partito del Sud. Troverete in edicola ogni Venerdì un nostro articolo in merito. Il primo, qui riportato, è a firma di Andrea Balìa. Altri dirigenti del partito firmeranno i seguenti.

Un grazie agli amici Verdi per l'ospitalità e l'opportunità concessaci.





per una migliore lettura riportiamo di seguito il testo dell'articolo :


Andrea Balìa


“Il perché d’un’emergenza”

Inizia una rubrica settimanale che ogni Venerdì sarà presente sul quotidiano “TERRA”, dal titolo “…di bassa LEGA”. Il PARTITO DEL SUD se ne farà carico, e c’è un perché. Saremo ospiti, onorati di esserlo per una serie di assonanze e convergenze d’idee con gli amici VERDI. Tenteremo, di volta in volta, di denunciare specifiche iniziative, notizie, vergogne di vario genere, di cui questa iattura politica che rappresenta la LEGA NORD si fa carico ormai da diversi anni, tanto che la loro attività possa essere tranquillamente classificata “ ..di bassa LEGA”. Questo primo pezzo non può che avere il carattere della presentazione, e prenderà invece sempre più il profilo d’articoli mirati su specificità e magagne su cui ormai risulta non più procrastinabile sorvolare, senza che la pubblica opinione dotata di un minimo d’onestà intellettuale ne abbia conoscenza e consapevolezza. Il Partito del Sud, che è nato nel 2007, nasce con l’intento di dare una rappresentatività politica al Sud, degna di questo nome. E’ una forza identitaria e progressista, federalista costituzionale unitaria, che si rifà alle lezioni di Guido Dorso, di Salvemini, Gramsci e Cattaneo. Non ha nulla a che spartire con le aggregazioni finto/meridionaliste tipo “Grande Sud” (Miccichè, Poli Bortone, Scotti), appiattite nell’area di centrodestra, a sostegno del governo più antimeridionale dalla nascita della Repubblica ad oggi ed alleato della Lega. Come si possa essere meridionalisti, a difesa del proprio territorio e del suo ambiente, e votare le leggi della Lega resta un mistero, o meglio l’ennesimo “pacco” che si vuol rifilare al meridione da parte di politicanti di vecchio mestiere (ex Forza Italia, AN e DC) che tentano di cavalcare l’onda del fervore meridionalista ad uso e consumo dei soliti interessi privati, prevalentemente nordisti. Il Partito del Sud ha partecipato già a diverse competizioni elettorali, come alle comunali di Gaeta nel 2007 dove ha vinto le elezioni unitamente alla lista civica del sindaco Antonio Raimondi, e gestisce l’assessorato al Demanio col suo Presidente Onorario Antonio Ciano. E’ stato presente alle elezioni di Latina, Suzzara (Mantova), Grosseto, Caserta, Casale di Principe, e con una sua lista nella coalizione vincente a sostegno dell’elezione di Luigi de Magistris a Napoli, dove da la sua collaborazione alla relativa giunta. Tra le parole d’ordine che lo caratterizzano vi è lo slogan “mai con la Lega e i suoi alleati!”, e questo ci avvicina oltremodo alla condivisa opinione con i Verdi d’un’emergenza da affrontare. Basta con le iniziative solamente condite di pur sana ironia, tutta mediterranea, ma facendo il salto di qualità della vera e dura denuncia verso le nefandezze di questa forza politica che con l’8/9% condiziona tutta la politica, indirizzandola in un corollario di scellerate leggi e provvedimenti in gran parte indirizzati contro il Sud. La predica, tra l’altro, di questi signori arriva da un pulpito inappropriato per qualità ed onestà che non ne giustifica oltremodo il prosieguo. Ce ne faremo carico di svelare e denunciare l’inadeguatezza anche da questa tribuna con l’opportunità concessaci. Grazie amici Verdi.


Fonte : Terranews

giovedì 3 novembre 2011

Pista ciclabile a Napoli: tra pochi giorni i lavori!



La Ztl si amplia. E arriva la più grande pista ciclabile del Mezzogiorno !


Il sindaco de Magistris: "Faremo 20 chilometri di pista da Bagnoli a San Giovanni, potenzieremo il servizio di trasporto pubblico fino a dopo mezzanotte". Ztl anche a Corso Umberto“

I cittadini napoletani chiedono maggiore sicurezza stradale, il potenziamento delle Zone a Traffico Limitato e il potenziamento del trasporto pubblico. Lo dice l'indagine dell'Ipr Marketing sulla sicurezza stradale in tre città italiane, Napoli, Roma e Milano.“


Immediato il commento del sindaco De Magistris: "Mi viene da sorridere perché dai dati dell'indagine emerge il programma del sindaco, ma è precedente alle nostre scelte, è un dato confortante che i cittadini chiedano maggiori aree pedonali, aumento della Ztl. Il nostro obiettivo è proprio quello di chiudere alle auto la città, a breve lo faremo con corso Umberto".“
Pista ciclabile a Napoli: tra pochi giorni i lavori„
LE NOVITA' - A novembre, quindi tra pochi giorni, inizieranno i lavori "della più grande pista ciclabile del Mezzogiorno. Faremo 20 chilometri di pista da Bagnoli a San Giovanni - ha cnontinuato il sindaco - e potenzieremo il servizio di trasporto pubblico fino a dopo mezzanotte e garantiremo la presenza della polizia municipale fino alle ore 24".“


COMUNICATO STAMPA SEGRETERIA PROVINCIALE PALERMO 2/11/2011

COMUNICATO STAMPA SEGRETERIA PROVINCIALE PALERMO 2/11/2011

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COMUNICATO STAMPA SEGRETERIA PROVINCIALE PALERMO PdSUD

Governo Berlusconi dai le dimissioni ora e subito!!!! E così salverai l’Italia dal baratro della bancarotta


Da quando è in carica, questo governo non ha fatto altro che occuparsi maggiormente dei problemi giudiziari del suo presidente Berlusconi, producendo leggi ad personam con l’appoggio di una maggioranza parlamentare asservita al capo e senza dare il giusto peso alla gravità dei problemi economici e sociali che investivano il nostro paese in conseguenza ad una grave crisi economica mondiale.

Hanno imbrogliato gli Italiani quando, il ministro Tremonti e il presidente Berlusconi, dicevano che in Italia l’economia andava bene, ed il nostro paese non rischiava come altri paesi Europei, ed hanno gestito allegramente i soldi pubblici facendo arrichire i loro amici servi.

E mentre tutto andava bene il governo ha iniziato a fare tagli bloccando i rinnovi contrattuali del pubblico impiego e aumentando l’età pensionabile delle donne.

Oggi scopriamo che il nostro paese è nei guai:

- Leggi finanziarie fatte di tagli che colpiscono i soliti noti, ovvero lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati, precari...

- l’inflazione attuale è al 3,4% ai massimi del 2008

- la disoccupazione sale al 9% e quella giovanile 30% in Italia, mentre al sud sale al 25% e quella giovanile al 50%

- I continui tagli ai Comuni significano riduzione dei servizi sociali alla persona (assistenza agli anziani, diversamente abili, asili nido scuole…)

-tagli alla scuola , che creano ulteriore disoccupazione ecc ecc….

La lettera d’intenti fatta dal presidente del consiglio alla UE, dove si elencano le proposte del governo contro la crisi Italiana, è considerata in ambienti Europei un rosario di buone intenzioni, anche perché i mercati, non credono alle promesse del governo Italiano e non si fidano di Berlusconi.

Ed ancora il Ministro Sacconi s’inventa in questi giorni la minaccia terrorismo, (smentita dai servizi) per nascondere agli Italiani la bancarotta, e come il cacio sui maccheroni il ministro Bossi attacca il Sud dicendo che volevano (non si capisce chi? Forse il suo governo) i soldi delle pensioni di anzianità del nord per mantenere i dipendenti pubblici al sud (ma come fa a sparare queste min….) ma lui ha salvato tutte le pensioni del nord; Inoltre sempre Bossi ha proposto oggi le gabbie previdenziali che tradotto significa pensioni più alte al nord e più basse al sud, come le gabbie salariali che aveva proposto tempo fa.

Infine le vere uniche proposte scritte nella lettera d’intenti alla UE, che il governo vuole attuare subito sono: licenziamenti facili(dicono che servono ad aumentare l’occupazione?) e condoni fiscali.

Provvedimenti che come sempre colpiscono i ceti sociali più deboli e premiano i banditi evasori fiscali.

Sarebbe più serio attivare una forte lotta all’evasione fiscale che ammonta a circa 130 miliadi annui (si potrebbero risparmiare tre manovre fiscali), istituire una patrimoniale che a quanto pare la vogliono anche i ricchi industriali, tranne Berlusconi, avviare una serie di infrastrutture di medio termine ed investimenti pubblici produttivi,( e non regalie agli ascari che servono a mantenere in piedi questo governo) al Sud per il suo rilancio economico.

IL PARTITO DEL SUD CHIEDE ALL’ATTUALE GOVERNO DÌ DIMETTERSI SUBITO PERCHE’ COSI’ FACENDO POTRA’ SALVARE L’ITALIA DAL FALLIMENTO ECONOMICO E DAL CRESCENTE CONFLITTO SOCIALE DÌ CUI IL GOVERNO SARA’ UNICO RESPONSABILE.

Segreteria Provinciale PdSUD Palermo


Vice-segretario Organizzativo nazionale PdSUD

Renzo Martinelli


BOLOGNA 29 OTTOBRE 2011 - CONVEGNO DIS - UNITA' D'ITALIA: VIDEO INTERVENTO MARCO ESPOSITO

http://www.youtube.com/watch?v=MiqDos26uH0&feature=channel_video_title


BABY PENSIONATI, A SORPRESA VINCE IL NORD...ALTRO CHE ROMA LADRONA E SUD ASSISTITO!!!

Il Corriere della Sera del 26 aprile scorso pubblicava un compendioso articolo di Enrico Marro sulla disastrosa situazione delle “Baby pensioni”, ancor più accentuata dal vergognoso fenomeno delle pensioni privilegiate o d’annata, di cui si parla in un'intera sezione di questo sito.


Per capirci qualcosa di più, ho messo in tabella i numeri pubblicati dal Corsera che connotano l’iniquità della situazione venuta a crearsi.


Infatti, a sorprendere non è tanto l’esistenza (residuale) di baby pensionati, che per altro diverse categorie di lavoratori “producono” in ogni paese, vedi docenti, militari, poliziotti eccetera.
Piuttosto, a sorprendere è l’evidente situazione di privilegio accumulatasi nel Settentrione, che dimostra come tante contrattazioni sindacali e tante leggine fossero funzionali solo ad una parte dei lavoratori e solo in determinati territori.

Chi l’avrebbe mai detto che in Friuli Venezia Giulia, come in Liguria ed in Trentino, un abitante su settanta è un baby pensionato da un ventennio ormai, mentre in Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia ve ne è uno ogni 90-100?

E come farsi una ragione dei 5 miliardi e mezzo di Euro che da quasi due decenni prendono la via del Settentrione e dei suoi “fortunati”, mentre al Sud si sopravvive ancora con la pensione della nonna?