venerdì 15 giugno 2012

Cancelliamo i nomi di Lombroso e di Cialdini dalla toponomastica di Roma!!!




Dopo aver osservato con sgomento che anche a Roma esistono ancora una via Lombroso ed una via Cialdini, è stata mandata una mail ufficiale di protesta al competente ufficio del Comune di Roma per la rimozione di questi nomi nefasti per il popolo meridionale....ecco il testo della mail e la mail di risposta del Comune di Roma...prepariamoci ad insistere se la nostra richiesta non verrà accolta...rialziamo la testa, avanti SUD!

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Egregia Dott.ssa Puntieri e dirigenti dell'ufficio Toponomastica del Comune di Roma, e p.c. Egregio Sindaco Alemanno,
come sezione romana del Partito del Sud, chiediamo cortesemente di modificare i nomi delle strade romane intitolate a persone che offendono la memoria del popolo meridionale, in primis il nome di Cesare Lombroso e di Enrico Cialdini.

Per quanto riguarda Cesare Lombroso, padre dell'antropologia criminale razzista e autore di teorie oggi considerate pseudo-scientifiche, è assurdo vedere ancora oggi nel XXI secolo una strada di Roma intitolata a chi considerava i meridionali come delinquenti "atavici" per i tratti fisiognomici...in particolare la sua teoria della "fossetta occipitale" che spiegava il carattere delinquenziale "atavico" dei calabresi è oggi considerata scientificamente sballata e culturalmente è un'offesa a tutti i meridionali. Non a caso ci sono state nostre proteste, insieme ad altri movimenti ed associazioni meridionaliste, contro il Museo Lombroso a Torino e c'è un Comitato No Lombroso con migliaia di sottoscrizioni sia di privati che di comuni e di associazioni di tutt'Italia (www.nolombroso.org).

Crediamo sia arrivato il momento di non celebrare più un razzista come Lombroso, un degno progenitore del Dottor Mengele!

Per quanto riguarda Enrico Cialdini invece, si tratta invece del generale del Regno d'Italia che fu il principale colpevole del massacro di centinaia di migliaia di meridionali nella cosiddetta "guerra al brigantaggio" tra il 1861 ed il 1870. Solo in un anno le cifre "ufficiali" del massacro, fornite dallo stesso esercito regio, furono:

"Enrico Cialdini, plenipotenziario a Napoli, nel 1861, del re Vittorio. In quel suo rapporto ufficiale sulla cosiddetta "guerra al brigantaggio", Cialdini dava queste cifre per i primi mesi e per il solo Napoletano: 8 968 fucilati, tra i quali 64 preti e 22 frati; 10 604 feriti; 7 112 prigionieri; 918 case bruciate; 6 paesi interamente arsi; 2 905 famiglie perquisite; 12 chiese saccheggiate; 13 629 deportati; 1 428 comuni posti in stato d'assedio.

Crediamo sia arrivato il momento di non celebrare il macellaio di Gaeta, chi dette l'ordine di distruggere e bruciare Pontelandolfo e Casalduni, chi fu  un vero e proprio criminale di guerra.
Siamo a disposizione per un incontro per spiegare ancora più nel dettaglio i motivi della nostra proposta.

Enzo Riccio
Segr. Org. nazionale
Partito del Sud
www.partitodelsud.eu
http://partitodelsud-roma.blogspot.com
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Gentile signor Riccio inoltro la sua mail alla Dott.ssa ..... responsabile della Commissione Consultiva di Toponomastica.

Saluti.
Arch. Anna Maria Puntieri

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