venerdì 29 luglio 2011

I ladroni che danno lezioni al Sud di Lino Patruno


Stupendo articolo di Lino Patruno, un amico e grande giornalista meridionalista, autore di "Fuoco del Sud".
Articolo che trovo condivisibile al 100% e che riprende un tema spesso trattato dal Partito del Sud, bisogna scrollarsi di dosso la supposta "minorità meridionale", visto che dal Nord non arrivano altro che scandali ed episodi poco edificanti, questo è sicuramente il primo passo per una riscossa neo-meridionalista....

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Dunque per il ministro Calderoli, i ministeri dovrebbero essere distribuiti un po’ ovunque in Italia, anche al Sud oltre che nella sua farsesca Monza. Con le dovute eccezioni: per esempio a Napoli, ha specificato. non potrebbe mai andare il ministero del Lavoro perché non sanno cosa sia (il lavoro). Difficile dire se faccia più piangere o ridere un ministro della repubblica italiana che continua a fare il ragazzone mai cresciuto a parlare come se fosse il ministro solo di mezzo Paese. Ma tant’è. Bossi continua ad alzare il dito medio quando risuona l’inno nazionale. E radio Padania continua a vomitare intolleranza, odio, razzismo.
Sobillata dalla Lega, che insiste a seminare paura e rabbia per ricavarne voti, la società “rancorosa” del Nord ricco vive solo di risentimento e di egoismo. E vorrebbe circondarsi tutta di filo spinato e fuochi per evitare che non entri neanche una mosca, dovesse essere terrona o marocchina.
Mentre riprende a parlare di una secessione che non farà mai, per non diventare il Sud di un Nord europeo.Anche perché la secessione c’è già, e quella economica che conta: il Sud continua a comprargli il 60 per cento dei prodotti. E il Sud va lasciato così, dovesse venirgli in testa di mettersi a fare la concorrenza. E di passare da consumatore a produttore. Su questo mercato sicuro e garantito il Nord si è arricchito. Sulla condizione che il Sud non venisse messo in grado di fare da sé.
Questo vollero e vogliono i poteri forti, dalle grandi industrie alle grandi banche. E per mantenere il sistema bisogna dire che i napoletani non vogliono lavorare invece di dire che vorrebbero eccome ma non ce ne sono le possibilità. E vorrebbero lavorare a casa loro, eccome. anche i professori precari meridionali che abbandonano le graduatorie locali per cercare fortuna altrove. Benedetti ancorché compatiti quando i lorsignori di lassù a fare gli insegnanti morti di fame non ci pensavano neanche, e meno male che venivano i sudisti.
E’ un’incessante fuga di cervelli dopo i bastimenti per terre assai lontane, dopo le terre al sole africane, dopo le valigie di cartone. Ora vanno con trolley e computer: Per i terroni non c’è mai stato posto, devono sempre partire per sopravvivere. Devono essere emigranti nati per mantenere in piedi un Nord ricco e un Sud povero. E, ora neanche poi tanto, visto che la crisi morde anche i ricchi, che in onore all’Italia unita vorrebbero circondare di filo spinato anche le scuole. Con la rivolta dei romani che si sentono minacciati dopo aver lasciatole sedi vacanti perché mica fessi lavorare per 1200 euro al mese. E col solito Bossi che vuole regalare punteggio in graduatoria ai suoi perché in questo Paese ci deve essere sempre più diritto per il Nord.
E poi questo Sud malavitoso, sbottano che non se ne può più. Avvilito e prosciugato, per la verità, da una criminalità neanch’essa meridionalistica: rapina qui per andare a investire al Nord. Senza che nessuno colà se ne accorgesse in vent’anni. Assistevano al vorticare di soldi in un tempo in cui non c’è una lira, ma nessuno a fiatare perché, diciamoci la verità, fanno proprio comodo. Quando poi Vendola rinfaccia che la Lombardia è la regione più mafiosa d’Italia. apriti cielo. Mafiosa anche per il comportamento verso la mafia: non vedo, non sento, non parlo.
Ma poi, facciamola finita: quando questo Sud si sarà messo in testa che deve governarsi meglio, dicono ancóra, allora vedrà che la finirà di piangere. Sanno tutti che è sottosviluppato per colpa delle sue classi dirigenti. Dovrebbe anche in questo prendere esempio dal Nord, imparate da noi. Tangentopoli è roba del Nord, e nessuno che ricordi mai che i danni li ha avuti anche il Sud, perché se devi pagare tangenti, da qualche parte ti devi rifare: aumentando la spesa per le opere pubbliche (quindi soldi anche delle tasse del Sud) o alzando il prezzo dei prodotti (acquistati in gran parte al Sud).
E poi: l’ex assessore lombardo che si dimette dopo essere stato beccato con la busta dei soldi in mano pare che se la facesse in Lombardia. E anche l’ex presidente della Provincia di Milano. Penati, cui un imprenditore avrebbe dovuto versare per anni 20-30 milioni di lire al mese, pare che operasse in Lombardia. E la Cricca che si arricchiva di soldi di tutti (anche meridionali), dal terremoto dell’Abruzzo alla Maddalena in Sardegna, non pare che fosse sudista. E il signor Bisignani presunto spione per evitare il processo ad amici ladroni, era anche cosa loro. E l’on. Milanese delle Ferrari, delle barche e dei soggiorni superlusso a Montecarlo in cambio di nomine e di appalti, anche affare loro. E Pronzato dell’Enac, ancóra tangenti loro.
Epperò cosa volete, sono episodi. Il problema vero è il Sud furbetto, malandrino e malavitoso. Impari magari a governarsi dai Milanese e dai Penati, e capirà finalmente come si campa.


“La Gazzetta del Mezzogiorno” del 29 luglio 2011

giovedì 21 luglio 2011

"Italiani? No! Napoletani" di N. Salerno


Ricevo e posto quest'articolo dell'amico Nicola che condivido pienamente e, disgustati dal balletto di ieri e dai mille ostacoli che subdolamente stanno opponendo al lavoro di De Magistris, non possiamo che sperare in una nuova iniziativa autonoma della giunta napoletana...

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Ieri 19 luglio alla Camera, vista l’impossibilità del governo di trovare un accordo, si è votato per rimandare in commissione il decreto che dovrebbe, tra le altre cose, permettere alla regione Campania il trasferimento dei rifiuti anche nelle altre regioni.
E’ evidente che condizione necessaria affinché si possa concretamente partire con la raccolta differenziata spinta, come stabilito dalla delibera del Comune di Napoli, è quella di ripulire la città dalle giacenze di rifiuti che stanno attanagliando Napoli e i Napoletani ormai da mesi.
Non voglio entrare nel merito della questione circa l’opposizione della Lega, se sia solo un alibi, sui veti della provincia all’uso della discarica e quant’altro. La situazione è molto complessa soprattutto perché in linea con quanto sostenuto nel corso della campagna elettorale il nuovo sindaco di Napoli con la sua giunta ha emanato una delibera che mina alle fondamenta l’assetto dei poteri e degli interessi che ruotano intorno alla gestione dei rifiuti e come una piovra mantengono la città in uno stato di continua emergenza.
La legittimazione popolare con la quale è stato eletto a sindaco Luigi De Magistris a mio modesto parere dimostra almeno due fatti incontestabili:
• La maggioranza del popolo napoletano è vittima di un sistema corrotto e colluso che ha dimostrato di non aver a minimamente cuore il benessere dei napoletani, ma solo interessi particolari che dimorano anche al di fuori della Campania. I candidati sia del centro destra che del centro sinistra (con la pagliacciata delle primarie) ne sono la prova più evidente.
• La maggioranza del popolo napoletano ha detto chiaramente basta e vuole liberarsi da questo cancro che li sta tormentando ormai da anni.
Ovviamente non si può disconoscere che i napoletani hanno una loro parte di responsabilità. Almeno per aver permesso che la situazione degenerasse a tal punto. Ma personalmente non mi sento di biasimarli. Io vivo a Roma e qua non siamo molto lontani da quel punto se le cose non cambiano e anche rapidamente. Ammettendo anche che siano fondate (ma è scontato che sono solo strumentali e false) le invettive non solo dei leghisti ma di quanti pensano che i napoletani debbano marcire nella propria munnezza, nel plebiscito a favore di De Magistris non si può disconoscere un sentimento di orgoglio e di riscatto della parte sana di Napoli.
Di fronte all’atteggiamento di ostruzionismo della Lega all’approvazione del decreto e comunque al comportamento del governo, ci si aspettava, almeno dopo il voto plebiscitario e la delibera del comune, anche in nome di quel patriottismo sempre sbandierato dalle colonne del Corriere (Della Loggia, Panebianco, Cazzullo,…) e/o da quelle della Repubblica (che a riprova dell’inviolabilità del mito risorgimentale, sbeffeggia i meridionalisti rinfacciandogli l’ impossibilità di trovare nei registri parrocchiali i nomi delle migliaia di soldati Borbonici sciolti nella calce viva a Fenestrelle), fuoco e fulmini contro il governo e la Lega per denunciare il modo osceno con il quale, in nome di equilibri politici, evidentemente troppo elevati per i meridionali, si sacrifica la salute di un’intera città, bambini e neonati compresi. Ma a quanto pare Napoli ancora non fa battere il cuore dei nostri ostensori del patriottismo ad orologeria. D'altronde quando a Berlino il giudice chiese a Totò e Peppino: siete italiani? Loro risposero: no! Napoletani.
Come sappiamo la maggioranza alla fine è andata sotto solo di sei voti. E allora uno si chiede: e i nostri rappresentanti? Chi sa se erano presenti e come hanno votato i nostri cari deputati neo meridionalisti telecomandati da Arcore: Miccichè, Fallica, Iapicca, Grimaldi, Stagno D'Alcontres, Pugliese, Terranova di ''Forza del sud'' e Iannaccone, Belcastro, Porfida di “Noi sud”? Da loro, che hanno avuto il permesso di unirsi nella Lega Sud dal noto meridionalista Berlusconi, ci aspettiamo dichiarazioni in merito. Speriamo quanto prima. Almeno prima che Napoli imputridisca.

Nicola Salerno

lunedì 18 luglio 2011

Quattro motivi per cui l'iniziativa di Miccichè e compagni di creare un grande movimento per il Sud è fasulla - di V. Cesario

Ricevo e posto con condivisione questa bella nota dell'amico Vincenzo Cesario, Coord. per il PdSUD per la prov. di Verona

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Vorrei analizzare con tutti gli amici che sono "meridionalisticamente orientati" i quattro motivi per i quali la recente iniziativa della Poli Bortone, di Miccichè e altri di Creare un grande partito nel sud è assolutamente fasulla. Qualcuno potrebbe ritenere scontato e inutile fare una analisi sulla fasullità dei sopracitati, dicendo che sono ascari, traditori, reciclati ed altro. Ma dato che di tanto in tanto qualcuno dei loro sostenitori si inserisce nei nostri blog, e son sicuro che tra loro ci sarà anche gente in buona fede, vorrei rivolgermi anche a loro, oltre che a quegli intellettualoidi (Cazzullo, Caldarola, Galli Della Loggia, De Marco etc.) che fanno, in maniera piuttosto grossolana, di tutt'erba un fascio

Analizzerei pertanto questi quattro motivi:

1) Le storia personale e politica di Miccichè, della Poli Bortone e altri è di per sè un macigno di tale peso che risultano scarsamente credibili.

Miccichè da vice-ministro dell'economia non ha battuto ciglio sulla rapina dei fondi FAS, così come la Poli Bortone era Ministro dell'Agricoltura, quanto ci fu lo sciagurato accordo Pagliarini (ministro Leghista)- Van Miert a livello europeo, che costò al Sud 100.000 posti di lavoro. Anche l'ambiguità con cui da una parte si dichiarano indipendenti, dall'altra sostengono il governo Berlusconi (il governo più antimeridionalista di tutta la storia), pone più di un dubbio sulla loro credibilità.


2) E' impossibile che il Sud possa cambiare direzione in meglio senza che tutta l'Italia prenda coscienza di cosa sia realmente stato il cosiddetto risorgimento, cioè senza una revisione storica di come si sia realizzata l'unità. E' soltanto attraverso questo ineludibile passaggio che potranno essere sfatati tutti i pregiudizi verso i meridionali fannulloni, arretrati, delinquenti o addirittura geneticamente inferiori; così come non potrà essere superata la madre di tutti i pregiudizi, cioè che il Nord si sacrifica per il Sud. L'alternativa a ciò è quella di continuare a credere alla storiografia ufficiale, quindi alla arretratezza atavica del sud e dei suoi abitanti, pertanto potremo aspettarci al meglio un atteggiamento di magnanimità caritatevole o, al peggio, continuare così come veniamo considerati e trattati,allo stato, dalla Lega Nord.

Miccichè e la Poli Bortone sembrano ignorare del tutto il retroterra culturale del meridionalismo storico di Dorso, Salvemini, Nitti e del problema della rilettura storica del risorgimento, pertanto non potrebbero fare altro che chiedere la carità per il sud o qualcosa in più da spartire coi leghisti del nord, lasciando inalterata l'idea di subalternità del sud.


3) Ammirare la Lega Nord come afferma Miccichè o non essere contro, come dice la Poli Bortone, sono atteggiamenti che lasciano piuttosto sconcertati e fanno emergere più di un sospetto che il movimento del sud che stanno creando presenti caratteristiche analoghe alla Lega, cioè populismo, propaganda, opportunismo. Questo è il modo peggiore che ci possa essere per aiutare il Sud a uscire dal disagio che lo vede afflitto da 150 anni. Il Sud necessita di una classe dirigente giovane, onesta, colta con principi fondanti completamente opposti a quelli della Lega in quanto politici e movimenti propagandistici e opportunistici etc., nel sud, ce ne sono una moltitudine e non è proprio il caso di allargare ulteriormente il cerchio. Inoltre per storia e cultura i popoli meridionali presentano caratteristiche molto diverse rispetto a quelli del nord, ad esempio difficilmente un movimento fatto di meridionali potrebbe riuscire ad introiettare dinamiche razzistiche così marcate come succede ai leghisti che del razzismo ne fanno un elemento fondante. E' in ogni caso così palese che il principale nemico dei popoli meridionali è la Lega Nord che rende assolutamente non credibile un movimento che vuole difendere il sud e resta alleato alla Lega Nord.


4) Non si può pensare di difendere il sud senza pretendere di porre come problema prioritario nazionale la Questione Meridionale: Miccichè e la Poli Bortone, attraverso un atteggiamento quiescente e di alleanza con la lega e Berlusconi, non potranno fare altro che ricevere qualche sovvenzione, qualche pò di soldi in più che rapprentano interventi tampone, frammentari, clientelari che non risolveranno mai i problemi del sud alla radice. Per il Sud c'è bisogno di interventi strutturali e duraturi : infrastrutture (alla pari di quelle del nord), sviluppo economico, superamento della criminalità organizzata (ho evitato di proposito il termine lotta perchè riduttivo).

Vincenzo Cesario
Coord. Provinciale Verona PdSUD

Proiezione documentario "Cento passi per la libertà"


Lunedì 18 luglio ore 20,00 al Caffè Arabo di piazza Bellini a Napoli, proiezione del documentario "Cento passi per la libertà - viaggio documentario nella campagna elettorale di Luigi de Magistris", realizzato da Marco Rossano.

La proiezione sarà preceduta da una discussione moderata da Eliana Capretti sul tema "Napoli Mediterraneo Europa" con il sindaco Luigi de Magistris.

Con la partecipazione di:

Andrea Balia del Partito del Sud,


Omar Suleiman dell'Osservatorio Palestina,

Carlo Iannello consigliere comunale

e il regista Marco Rossano.

Interverrà anche Angelo Forgione del movimento V.A.N.T.O.

Trailer del documentario disponibile su:
http://www.youtube.com/watch?v=V0dUFgzo5xY

giovedì 14 luglio 2011

Facce di bronzo...


Per essere eleganti e non scadere nel turpiloquio, preferisco utilizzare questo titolo invece di un altro, che sarebbe di certo più calzante ed e' perfettamente intuibile, per parlare dei partecipanti al convegno di oggi 14 luglio a Bari tra "Io Sud", "Noi Sud" e "Forza del Sud".
Prendiamo atto che a seguito del nostro comunicato finalmente hanno capito di non poter utilizzare il nome "Partito del Sud", e sarebbe un bene che anche la stampa lo facesse, come comunicato nella replica sul sito di "Io Sud". Questa è una replica, un po' stizzosa per la verità, al nostro comunicato del 12 luglio e la cosa piu' paradossale e' quando parlano di differenziarsi dal Partito del Sud perchè "svincolati dai partiti" o che il loro progetto e' di "ben piu' ampio respiro"...ma cos'e' siamo su "Scherzi a parte?" o su "Candid camera"???
Proprio loro che sono anni che bazzicano la politica nazionale e la peggiore partitocrazia italiana che continua ad affossare il Sud, tutti con i loro movimenti che sono nati sempre da fronde interne all'ìnterno di partiti e partitini del centrodestra, e vada per il peccato originale...ma la cosa più incredibile e' che pretendono di affermarsi come difensori del Sud giurando nello stesso tempo fedeltà a Berlusconi (e quindi anche a Bossi e Calderoli...), insomma liberiamoci da una colonizzazione alleandoci con i colonizzatori...un po' come se Gandhi per liberare l'India avesse chiesto un posto ad un governo conservatore britannico!!!
Ma poi può essere credibile un Miccichè che dimentica di essere stato al CIPE uno degli artefici del taglio dei fondi FAS al Sud?
O rispolveriamo, come paladini del Sud, dei vecchi democristiani come Iannaccone e Scotti, ex DC, ex MPA, ex ascari della I Repubblica e neo-ascari della II, stampella del peggior governo padano di Berlusconi e Bossi?
Credo sia arrivato il momento di costruire e definire nel dettaglio un progetto meridionalista alternativo a questi foschi figuri ed a questi vecchi disegni, un progetto davvero nuovo, serio e credibile che noi del PdSud porteremo avanti, facendo leva su tutte le esperienze migliori di centrosinistra meridionale, migliori intese come quelle piu' lontane dai vertici nazionali dei loro partiti...l'esperienza vincente di De Magistris a Napoli ma anche altre alle quali guardiamo con simpatia in altre regioni del Sud, come quelle di Emiliano a Bari o di Pippo Callipo in Calabria, possono essere la base di una proposta seria e credibile.
Su questa lavoreremo e cercheremo alleanze e convergenze con gli altri movimenti che saranno disponibili, basta con i parrucconi tradizionalisti e con le nostalgie velleitarie, basta con i fascisti camuffati da "rivoluzionari contro destra e sinistra", basta con le aggregazioni da armata Brancaleone con solo slogan e nessun progetto comune...non serve un nuovo "contenitore" o un nuovo fantosioso nome da tirare dal cilindro dell'aggregatore di turno che crede di avere la formula magica, ma serve un progetto credibile con un leader o meglio con un gruppo dirigente credibile per dargli sostanza e visibilità e poi lavorare sodo per organizzarlo. Questa la nostra strada che proponiamo agli altri movimenti, anche per aggregare il meglio delle intelligente meridionali che hanno dato segnali confortanti di "meridionalismo attivo", sia in campo giornalistico, da Pino Aprile a Lino Patruno, ed in campo artistico, basti pensare a Eugenio Bennato o a Carmen Consoli.

Enzo Riccio
Segr. Org. Nazionale
PARTITO DEL SUD

martedì 12 luglio 2011

COMUNICATO CDN PARTITO DEL SUD 12/07/2011


In merito ad alcune notizie riportate erroneamente dalla Stampa e da alcuni blog ed anche alcune dichiarazioni ambigue riportate anche dal sito www.iosud.it, dove si parla della nascita di un "nuovo Partito del Sud" a proposito di una riunione fondativa a Bari del 14 luglio con la presenza dei movimenti "Io Sud", "Forza del Sud" e "Noi Sud", si precisa che il nome Partito del Sud è stato regolarmente registrato dal nostro movimento, nato a Gaeta nel dicembre 2007 su iniziativa di Antonio Ciano e con Presidente nazionale Beppe De Santis dal 2010, tale nome non puo' essere utilizzato senza l'autorizzazione del Consiglio Direttivo Nazionale del nostro movimento.

(Continua a leggere il Comunicato sul sito istituzionale del PdSud...)

martedì 5 luglio 2011

Dopo 15 anni dalla prima pubblicazione, torna in tutte le librerie il bestseller di Antonio Ciano " I Savoia e il massacro del Sud"


Sarà presentato a Gaeta il 16 luglio 2011 da Pino Aprile che ne ha curato la prefazione, alla presenza del Sindaco Dott. Antonio Raimondi e dell'Assessore alla Cultura del Comune di Gaeta Dott. Salvatore di Ciaccio, il popolare best seller di Antonio Ciano "I Savoia e il Massacro del Sud", attualmente in ristampa e che sarà distribuito a giorni in tutta Italia dalla casa editrice MAGENES.
L'incontro sarà moderato dal Dott. Erasmo Lombardi. Brani del libro saranno letti da Mino Forcina.

Quindici anni fa questo libro ha venduto più di centomila copie. E' stato il libro che ha dato luogo all'attuale revisionismo storico (anche chi cura questo blog ha iniziato il suo percorso leggendo questo libro anni fa...NDR).
L'Italia è una Repubblica che è nata sulle ceneri di casa Savoia e ci fanno festeggiare la Monarchia il 17 marzo....questo ci fa capire come la diffusione del libro di Antonio Ciano sia condizione essenziale per il riscatto del Sud ed il risveglio delle nuove generazioni.


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Il Piemonte servo dei voleri della massoneria, indirizza da sempre la politica italiana.

Nel 1861 il Piemonte faceva capo alla gran Massoneria di Mister Albert Pike ed oggi alla Trilateral Commission.

Il 12 marzo 1849 sul "Globe", quotidiano inglese, portavoce dell'alto iniziato Palmerston, ministro della regina Vittoria, apparve un articolo che era praticamente un vero libro profetico e possiamo dire, senza enfasi, che era stato preparato segretamente nel Sacro Tempio della massoneria londinese:

"...E' da ritenere che gli accadimenti dell'anno scorso non siano stati che la prima scena di un dramma fecondo di risultati piu' vasti e piu' pacifici. L'edificio innalzato dal Congresso d Vienna era così arbitrario e artificioso che ciascun uomo di stato liberale vedeva chiaramente che non avrebbe sopportato il primo urto dell'Europa. L'intero sistema stabilito dal Congresso di Vienna stava dissolvendosi e Lord Palmerston ha agito saggiamente allorchè ha rifiutato il proprio concorso a opporre una diga all'onda dilagante. Il piano che egli ha concepito è quello di una nuova configurazione dell'Europa attraverso la costituzione di un forte regno tedesco che possa costituire un muro di separazione fra Francia e Russia, la creazione di un regno polacco-magiaro destinato a completare l'opera contro il gigante del nord, infine un reame d'Italia superiore guidato dalla casa Savoia. Si è spesso rimproverato a Palmerston di avere trascurato l'alleanza con l'Austria, ma qui gli accusatori devono ancora rendergli giustizia. L'alleanza dell'Inghilterra e dell'Austria non si è mai fondata su una comunanza di princìpi: essa esiste semplicemente in quanto l'Austria era la principale rappresentante e come l'incarnazione della nazione tedesca.

Dopo la pace di Westfalia fino a quella di Aix-Le Chapelle (1648, 1748) l'Austria s'è trovata ad essere il centro della nazione tedesca. Ma allorchè la spada di Federico fece dilatare i confini del suo reame prima limitati all'elettorato del Brandeburgo, allorchè i veri tedeschi riconobbero in questo guerriero il reale rappresentante della loro forza e della loro nazionalità, la Prussia divenne l'alleata naturale dell'Inghilterra sul continente. Ciò che l'Austria fin dall'inizio del secolo scorso, ciò che la Prussia divenne piu' tardi, la Germania può esserlo ugualmente che la capitale sia a Berlino o Francoforte..."

Il disegno era chiaro, doveva essere attuata la profezia di Comenius espressa in "Lux in Tenebris" secondo la quale sarebbe dovuta sorgere dalle tenebre come fonte di luce una Super -chiesa che integrasse ogni religione attraverso i Concistori nazionali, le Chiese Nazionali, onde giungere in nome di un umanesimo unitivo ed a carattere filantropico e tollerante, a proclamare l'uguaglianza e la pari dignità di tutte le religioni.

Questo progetto si scontrava con un ostacolo formidabile: la chiesa cattolica con la sua gerarchia, la casa Asburgo d'Austria, cattolicissima, la Santa Russia degli zar ed il Regno delle Due Sicilie, primo stato al mondo, quest'ultimo che aveva saputo integrare il dogma cattolico con il verbo del Vangelo tradotto in pratica da leggi che non disdegnavano le novità della rivoluzione francese o quelle comuniste del Campanella e di Marx.

La Santa Russia, l'Impero Asburgico e il Regno delle Due Sicilie dovevano lasciare il posto al nuovo ordine massonico, ma il popolino queste cose non le sapeva, nè le conosce oggi, in quanto la storia ufficiale viene scritta dai vincitori ed è sempre artefatta.

Questo nuovo ordine doveva portare sconvolgimenti politici e morali di inaudita violenza.

In Italia il compito di capovolgere detto ordine, come abbiamo visto nell'articolo del "Globe", fu assegnato al Piemonte e a casa Savoia, votata alla Gran Consorteria. Gli altri sovrani infatti erano tutti devotissimi alla Chiesa di Roma. Lo stato piu' retrivo d'Italia avrebbe dovuto dar luce allo stivale! Al suo servizio la massoneria londinese mise uomini, denaro e mezzi; soprattutto denaro e oro. I massoni sapevano che ad unità compiuta sarebbero stati "elargiti" per secoli.

Casa Savoia doveva eseguire spietatamente gli ordini di Londra dopo decenni di preparazione al liberismo.

Londra mandò Lord Gladstone a Napoli e Lord Mintho ed altri emissari nelle varie province italiane a preparare la "rivoluzione liberale" agli ordini di Giuseppe Mazzini, capo della Carboneria Italiana, il cui scopo finale, secondo il suo fondatore genovese Antonio Maghella, era "...quello di Voltaire e della rivoluzione francese: il completo annientamento del cattolicesimo ed infine del cristianesimo".

Questo signore nel 1809 era prefetto e ministro della polizia del Regno di Napoli ed ebbe modo di iniziare alla setta migliaia di persone e di infilarle in posti chiave.

La Carboneria era organizzata in "vendite". Il vertice era chiamato "alta vendita" ed era composto da 40 membri ed operava in stretto contatto coi "supremi consigli" di 33 gr. del "rito scozzese". Mazzini era un esponente di punta dell'ala oltranzista. Nel 1847, durante un convegno internazionale della massoneria a Strasburgo, venne approntato un piano di confederazione europea allargata ai popoli germanici, latini e slavi da conseguire attraverso una serie di rivoluzioni ben orchestrate.

Il Primo Ministro inglese Palmerston sparge per tutta l'Europa emissari per la sollevazione; Lord Mintho visita Torino, Roma e Napoli.

Nel 1848 le rivoluzioni scoppiano in ordinata sequenza:

il 22 febbraio a parigi, il 13 marzo a Vienna, il 17 marzo a Berlino e a venezia, il 18 marzo a Milano, il 30 marzo a Napoli, in Toscana, a Roma, a Praga ed in Croazia, lasciando esenti i soli paesi laicisti.


Brano tratto da " I Savoia e il Massacro del Sud" di A.Ciano